Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato 2024

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Presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato 2024 da parte del Card. Michael Czerny, S.J. Prefetto – Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale

Ogni anno il Santo Padre ci dona un Messaggio speciale per celebrare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Quest’anno la celebrazione, giunta alla sua 110ª edizione, si terrà domenica 29 settembre, e il tema è “Dio cammina con il Suo popolo”.

Papa Francesco intende evidenziare la dimensione itinerante della Chiesa. Il popolo di Dio è sempre in cammino verso la patria celeste. Sperare per il Paradiso oggi è una speranza reale, ma si pone in netto contrasto con la disperata e pericolosa ricerca di tanti per un luogo di sopravvivenza, sicurezza e prosperità.

La Chiesa è ora in cammino sinodale, una sorta di migrazione. Il Santo Padre apre, infatti, così il suo Messaggio:

L’accento posto sulla sua dimensione sinodale permette alla Chiesa di riscoprire la propria natura itinerante, di popolo di Dio in cammino nella storia, peregrinante, diremmo “migrante” verso il Regno dei cieli.

La Chiesa è in cammino, come lo fu il popolo di Israele nel libro dell’Esodo, liberato dalla terra della schiavitù e a quel punto libero di cercare la Terra Promessa. Questo lungo esodo dalla schiavitù e verso la libertà richiede una vita intera, e prefigura il cammino di ciascuno verso il regno di Dio.

La nota storia di Esodo è istruttiva. Per il popolo di Israele, sia la spinta – il lavoro forzato, la schiavitù, la repressione – sia il richiamo – la Terra Promessa – erano fattori irresistibili. Nulla avrebbe potuto dissuaderli dal pianificare quel viaggio pericoloso.

Oggi, piuttosto che respingere e reprimere chi è in cammino, dovremmo porre attenzione ai fattori di spinta e di richiamo che sono alla base della migrazione forzata. Anche noi, se vivessimo simili pressioni, fuggiremmo. Allora, cerchiamo di vedere i migranti come fratelli e sorelle, siano essi costretti a fuggire o bloccati al confine, o entrambi i casi. I loro viaggi di disperazione e speranza potrebbero essere i nostri. Inoltre, come dichiara Papa Francesco nella sua preghiera conclusiva, è sbagliato diventare egoisticamente possessivi del nostro angolo di dimora terrena temporanea donato da Dio.

Gli itineranti, gli esuli, i rifugiati, i migranti di oggi, come quelli di ieri, sono crudelmente provati dalle avversità. Possono essere tentati dal perdere la speranza. Eppure, sull’orlo della disperazione, tanti di loro portano la Bibbia e altri oggetti religiosi. Essi pongono la loro fiducia nell’unica reale ancora di salvezza – Dio che li accompagna nel loro cammino. Il senso fondamentale del libro dell’Esodo, e di ogni esodo, è che Dio precede e accompagna i suoi figli e le sue figlie, di ogni tempo e luogo, che lo invocano.

Il Messaggio di quest’anno spiega che il Signore è presente nel suo popolo e in ogni persona vulnerabile in cammino che bussa alla porta del nostro cuore e spera di incontrarci, di incontrare Dio in noi. Richiamando le parole di Gesù, “Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25), il Santo Padre ci dice che gli incontri con i migranti sono momenti di rivelazione divina (teofania): «l’incontro con il migrante, come con ogni fratello e sorella che è nel bisogno, è anche incontro con Cristo. Ce l’ha detto Lui stesso».

Il Santo Padre ci invita a leggere le migrazioni, spesso forzate, di tanti fratelli e sorelle come un vero segno dei tempi, un’icona della Chiesa pellegrina verso la patria eterna: «I loro viaggi di speranza ci ricordano che “la nostra cittadinanza, infatti, è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo” (Fil 3,20)».

Papa Francesco conclude con un invito, rivolto a tutti, a camminare insieme: questo è il cammino condiviso, il cammino “sinodale”. Abbiamo una sola casa comune insieme, questo pianeta unico; quindi, ognuno di noi condivide inevitabilmente le strade dei migranti e dei rifugiati del nostro tempo. Accogliere i molti viandanti sulla terra è il modo in cui procediamo insieme in pellegrinaggio verso la patria celeste.

Card. Michael Czerny, S.J.
Prefetto – Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale


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