A seguito di un fatto di reato, si può avvertire un doloroso divario tra l’esigenza umana di giustizia e la risposta che può offrire lo Stato a questa domanda.
C’è qualcosa che possa mettere in reale comunicazione questi aspetti? In questa ferita si insinua, come umile cammino di dialogo, la giustizia riparativa, che offre al reo e alla vittima uno spazio (fuori dalle strette logiche del processo penale) ovvero la possibilità di un incontro e di una narrazione delle rispettive vite, a partire dal riconoscimento della verità. Questo processo viene anche definito giustizia “dell’ago e filo”. Agnese Moro, giornalista e membro del Gruppo dell’incontro, questo cammino lo ha fatto e continua a farlo. Dopo l’assassinio del padre Aldo Moro, ha riconosciuto la necessità per sé e per il mondo di stare seduta davanti ai carnefici di suo padre, particolarmente a Franco Bonisoli, membro allora delle Brigate Rosse, a riguardare insieme quelle ferite per ricostruire la verità. Una lettura che racconta ampiamente di questi incontri, in cui ago e filo hanno intessuto trame di speranza, è “Il libro dell’incontro.
Vittime e responsabili della lotta armata a confronto” (ed. Il saggiatore, 2015): vittime e responsabili della lotta armata degli anni ’70 si sono incontrati nel tentativo di ricostruire le vicende drammatiche di quegli anni, che hanno unito le loro vite, con la mediazione di un sacerdote gesuita (Guido Bertagna), un criminologo (Alfonso Ceretti) e una docente di diritto penale (Claudia Mazzucato).
Franco Bonisoli ha dovuto affrontare un lungo cammino di conversione, di presa di coscienza e dissociazione da quanto era stato nella sua vita “precedente” (come dice lui), attraverso l’incontro con persone che avevano a cuore la sua vita in modo incondizionato; solo così ha potuto accettare il perdono.
Il culmine di questa esperienza lo ha vissuto a casa di Agnese Moro, durante il loro primo incontro, quando davanti alla richiesta di farle qualsiasi domanda volesse, Agnese si interessa solo alla famiglia di Franco e al suo impegno sociale. “Le interessavo io, la mia vita oggi. Ecco, il perdono è passato attraverso quell’incontro: lei si è donata a me fino al punto da non volere un luogo neutro per l’incontro, ma casa sua”, così ricorda Bonisoli di come è nata questa amicizia improbabile. È un paradosso che la verità e la pace, sia la vittima che il reo, le possano trovare solo facendo questo cammino l’uno con l’altra, lì dove umanamente quella compagnia sembrerebbe impossibile. Ma ci viene testimoniato proprio questo. Agnese Moro chiama per nome l’assassino di suo padre, Franco, che definisce, assieme ad altri pentiti, “amici difficili e preziosi” e gira l’Italia con lui per raccontare di questo rapporto possibile. Ci sarà offerto di approfondire il mistero di questa amicizia difficile e preziosa, assieme ad Agnese Moro e al suo “amico improbabile” Franco Bonisoli, con l’aiuto del professor Giovanni Grandi nell’incontro: “Storia di una improbabile amicizia. Un percorso di giustizia riparativa nelle testimonianze dei due relatori” che si terrà venerdì 25/10 alle ore 18.15 presso la sala Piccola Fenice – Via San Francesco n. 5.
Questo incontro proposto dal Centro Culturale Monsignor Bellomi vuole offrire uno spazio di riflessione e di condivisione concreta sul tema della giustizia, come spunto di apertura per un percorso di riconciliazione possibile per tutti nei grandi e piccoli drammi della vita
A cura del Centro Culturale Mons. Lorenzo Bellomi
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