Giovedì 24 ottobre, nel Seminario vescovile, i parroci della nostra diocesi si sono riuniti in assemblea, insieme al vescovo Enrico. Si tratta di un appuntamento periodico, che mette sul tavolo vari aspetti della vita pastorale delle nostre comunità: ci si ascolta, si interviene, si domanda, si cerca di costruire una visione comune e condivisa della realtà diocesana e delle sfide che attendono la vita ecclesiale. Questa volta l’incontro era aperto anche ai collaboratori dei parroci, per una condivisione quanto più ampia possibile.
Il Cancelliere diocesano, don Luigi Tonon, dopo la preghiera dell’ora media, ha guidato la prima parte della riunione, che aveva a tema la normava che regola l’istruttoria matrimoniale. Si tratta della raccolta e della redazione di tutta la documentazione necessaria alla celebrazione del sacramento del matrimonio. Può esternamente apparire un argomento arido, che una certa insofferenza comune verso il formalismo tende a bollare persino come inutile, ma l’attenzione e la cura di questo aspetto hanno in verità uno scopo eminentemente pastorale.
La consapevolezza nel celebrare il proprio matrimonio da parte dei fidanzati, la loro libertà di scelta, la garanzia della integralità del loro consenso e del carattere pubblico della loro unione non sono elementi secondari: sono essenziali e caratterizzano il grande mistero dell’unione d’amore che il matrimonio consacra e richiedono pertanto di essere tutelati come si addice ad ogni cosa preziosa.
Ogni parroco conosce l’emozione che recano nel cuore i fidanzati, che per la prima volta passano in ufficio per iniziare a istruire la pratica matrimoniale, o la solennità del momento dell’esame dei fidanzati… I primi a essere consapevoli dell’importanza di quei momenti sono proprio i fidanzati! È questa loro consapevolezza e questo loro entusiasmo che il diritto intende prima di tutto difendere e garantire.
Don Luigi ha quindi ripercorso in maniera sintetica le fasi dell’istruttoria, focalizzando su alcune situazioni pratiche, che comunemente i parroci o i loro collaboratori si trovano a seguire. Per molti sacerdoti sono concetti usuali, per altri è stata l’occasione di aggiustare il tiro su alcune prassi inesatte, per altri ancora – i più giovani – la scoperta di un mondo. Nell’ottica di una maggiore responsabilizzazione di tutti, si è voluto quindi chiarire i vari passaggi e le cautele da avere, anche in vista della prevista abolizione della necessità di far vidimare in Curia ogni pratica di matrimonio, passaggio che rimane invece necessario per i matrimoni la cui pratica viene istruita in diocesi, ma la cui celebrazione avviene fuori (o viceversa).
Nell’ottica di una fattiva corresponsabilità tra presbiteri, il Vescovo Enrico ha quindi poi preso la parola per condividere alcune preoccupazioni che gravano sulla comunità diocesana, in particolare di natura economico amministrativa. Il presbiterio è davvero un corpo unico col suo Vescovo e, come tale, insieme si aiuta a guardare a fondo i problemi, a condividerli e a ricordarsi che il bene più grande che condividiamo e che annunciamo è ben più grande di qualsiasi problematica. È questa, in fondo, la certezza più grande che è bello condividere tra sacerdoti.
don Rudy Sabadin