In preparazione alla festa di San Francesco la parrocchia di Via Giulia, intitolata al Santo, ha vissuto 3 serate di preghiera.
Davanti al Crocifisso di San Damiano, per poter contemplare il volto di Gesù, abbiamo voluto ricordare in particolar modo le Stimmate di San Francesco, di cui quest’anno ricorre l’ottavo centenario.
Nel 1224 San Francesco stava vivendo un momento negativo della sua vita e chiede a gran voce di vivere nel suo corpo il dolore provato da Gesù in croce e l’amore con cui Gesù ha vissuto la sua Passione. Il suo desiderio viene esaudito, perché riceve la visita di Dio, sotto forma di un serafino, che lo lascia ferito nel corpo, ma pieno di gaudio nel cuore.
Quella situazione drammatica divenne una “grazia”, perché gli permise di rivedere e riascoltare la carità misericordiosa di Dio, dandogli di nuovo il coraggio di riconsegnarsi a quella logica di dono, “secondo la forma del santo Vangelo” che aveva abbracciato all’inizio. Questo fu il vero miracolo delle stimmate: le ferite che portava addosso furono consegnare al Crocifisso glorioso e divennero segni di appartenenza alla logica di Cristo, con la quale amare senza pretese, accettando nuovamente di camminare nudo e senza potere alla sequela di Gesù.
La lode e il ringraziamento che sgorgarono dal cuore e dalla mente di Francesco, fissate poi nel testo delle Lodi di Dio Altissimo, furono il segno e il frutto della sua guarigione: l’esultanza fissata in quel testo era la traduzione in parole della vera letizia ritrovata in quel luogo. Guarito dalle sue ferite perché pieno della carità di Dio, volle scrivere il breve e intenso testo non solo per ringraziare il Signore, cosa che poteva avvenire anche senza scrittura, ma per fissare e conservare con sé quanto visto e ascoltato davanti a quello spettacolo di carità. Nei 31 attributi rivolti a Dio, si sente lo stupore pieno di meraviglia e gratitudine per quanto visto in quel volto di carità e ascoltato dalla voce del Figlio: si potrebbe immaginare che quelle parole rivolte al “Tu” di Dio siano quelle che Francesco udì pronunciare da Gesù stesso! Il Figlio si rivolge al Padre proclamando il loro legame di Amore.
San Francesco ritrova, così, quel volto di Gesù che all’inizio della sua conversione gli aveva parlato dal Crocifisso di San Damiano, invitandolo a “riparare” la sua Chiesa.
Ed è così che i suoi desideri, le sue ferite, i nostri desideri, le nostre ferite diventano feritoie d’amore, attraverso cui passa Dio, per trasformarle e trasformarci e renderci poi capaci di operare per il bene degli altri.
E allora chiediamoci, come ha fatto Papa Francesco in un’udienza del 5 aprile 2023: “Cosa fai con le tue ferite, quelle che soltanto tu sai? Tu puoi lasciarle infettare nel rancore, nella tristezza oppure posso unirle a quelle di Gesù, perché anche le mie piaghe diventino luminose.”
Barbara Pontini
Ordine Francescano Secolare