Una scuola per riannodare le trame di un tessuto sociale
Consegnati a 28 persone fra donne e uomini i diplomi della scuola di italiano promossa dalla Sant'Egidio alla presenza del Vescovo mons. Enrico Trevisi.
Alla presenza del Vescovo, Mons. Enrico Trevisi, si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi della Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant’ Egidio.
28 persone fra donne e uomini, provenienti da Serbia, Ucraina, Georgia, Algeria, Kirghizistan, Cina, Pakistan, Afghanistan, Senegal, Libano hanno ricevuto i diplomi CELI 1 A2 e CELI 2 B1, dopo gli esami che, su delega dell’Università per stranieri di Perugia, si sono svolti presso la Comunità di Sant’Egidio e, fisicamente, presso l’oratorio della Chiesa di Sant’Teresa del Bambin Gesù.
Di questa ospitalità e collaborazione Sant’Egidio ha ringraziato sentitamente il parroco, don Roy Benas, presente all’incontro.
La coordinatrice della scuola, Loredana Catalfamo, ha ringraziato per la loro presenza il Vescovo e don Roy ed ha ricordato che l’attività scolastica è nata nel 2011 proprio nel quartiere di Barriera Vecchia perché, pur essendo centrale nella toponomastica cittadina, presentava aspetti di periferia sociale e necessità di riannodare le trame di un tessuto sociale in mutazione.
Da subito – ha sottolineato Catalfamo – una identità peculiare della scuola è stata un’attenzione particolare al mondo femminile ed una prima risposta alla grande domanda di accoglienza ed integrazione, proveniente da molti immigrati giunti nel nostro Paese e nella nostra città.
Tante persone in cerca di una vita migliore che sono fuggite da terribili guerre, persecuzioni e violazioni dei loro diritti o, semplicemente, alla ricerca di un futuro che li allontani dalla povertà, dalla fame, dalla sete; persone che spesso hanno smarrito le coordinate del viaggio della loro vita.
Le studentesse e gli studenti iscritti nel corso degli anni sono stati più di 1600, persone di età diverse, di lingue, di tradizioni e religioni differenti che hanno donato alla scuola un popolo senza confini.
Quest’ anno sono iscritte 200 persone, divise in 14 corsi (mattutini, pomeridiani e serali) che spaziano dai principianti sino al B2, tenuti da 27 insegnanti.
Con tutti gli insegnanti nasce un rapporto di amicizia, un legame che unisce per la vita, quell’amicizia e quella passione che nasce dall’ascolto del Vangelo e che si traduce nella cura di chi viene accolto, come avviene in tutti i servizi della Comunità.
Il primo alfabeto insegnato è stato quello del cuore, la scrittura è arrivata dopo a suo compimento. La parola si è trasformata in una mano solidale per la vita di tanti studenti con cui sono stati condivisi dolori ma anche speranze di vita
Non si impartiscono però solo competenze linguistiche e grammaticali ma si diffondono cultura e consapevolezza civica, creando un ambito di formazione alla cittadinanza.
Dopo la consegna dei diplomi, il Vescovo Enrico, nel suo intervento, ha sottolineato come sia importante “dare alle persone l’opportunità di conoscere dove si trovano e dove vivono ma anche l’interesse alle relazioni che si instaurano.”
“Un secondo pensiero – ha aggiunto Mons. Trevisi – viene dal fatto che sono persone che in questo modo si sentono destinatari di cura e di attenzione.”
In chiusura Catalfamo ha detto che la scuola continuerà ad essere un posto dove si coltiva “il sogno di un mondo dove più nessuno si senta straniero ma fratello nel cammino e nella costruzione di un mondo di pace”.