Pasqua è passaggio.
Pasqua è vita.
Pasqua è libertà.
Nella fatica della vita di ciascuno e di tutti, del mondo, torna l’annuncio che il Signore è morto ed è risorto. Risorge perché il male e la morte non possono uccidere l’amore.
Pensando alle tante situazioni di violenza e dolore che quotidianamente si presentano anche nella nostra città, la Pasqua ci chiede di concentrare il nostro sguardo sull’alba del mondo nuovo.
Quanto dolore, quanta ingiustizia, quanta violenza, quanta guerra!
Tutto questo ha sperimentato anche il corpo martoriato del Signore.
Mentre lo crocifiggevano, riporta il Vangelo secondo Luca, Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Luca usa l’imperfetto, il tempo verbale che segnala un’azione ripetuta: mentre tutto il male del mondo dilania e violenta quel corpo adorabile, vendicandosi della bontà di Dio, il Figlio perdona e assolve. Sta qui il mistero grande della vita che uccide la morte, dell’amore che distrugge il male e il Maligno.
La morte di Gesù non è un incidente di percorso: il Risorto apparirà ai discepoli con quei segni. Essi rimarranno per sempre gli annunciatori della vittoria sulla morte e sulle morti, sul dolore e sui dolori, sulla violenza e le violenze.
Ecco da dove si origina la Chiesa, ecco da dove nasce la nostra fede, ecco da dove sgorga l’umanità nuova e il nostro quotidiano – anche se fragile – impegno per porci tra il male e i tanti poveri cristi della storia: i violentati, gli sfruttati, i dimenticati.
Ecco la missione, ecco l’ardore e l’ardire di una umanità nuova che anticipa – come può ma realmente – il Regno.
Che sia una buona Pasqua per tutti e per ciascuno.
don Lorenzo Magarelli