La santità del quotidiano

In un'opera, la figura di Maria Corsini Beltrame Quattrocchi a partire da un'analisi filologica dei suoi scritti: il ritratto di una donna dalle mille vocazioni

La santità vissuta nel quotidiano. Si può sintetizzare così l’opera scientifica dal titolo “Maria Corsini Beltrame Quattrocchi. Il suo pensiero sulla famiglia Chiesa domestica” (Cantagalli, Siena 2025) di Massimiliano Noviello. Un bell’esempio di educazione all’intuizione teologica, richiesta a ogni credente, ben rappresentata dalle vicende umane e spirituali di Maria Corsini, sposa di Luigi Beltrame Quattrocchi, i primi sposi ad essere beatificati come coppia nel 2001 da San Giovanni Paolo II. Laica, sposa e madre di famiglia, di profonda vita interiore, Maria Corsini trascorse i suoi giorni nel fedele e quotidiano adempimento dei propri doveri e nelle mansioni proprie di un generoso impegno nell’apostolato laicale, in perfetta adesione alla gerarchia e in profondo spirito di servizio. La sua vita si sintetizza e si compendia in tre verbi: “fiat”, il suo sì personale, fedele e totale; “adveniat”, il desiderio di Dio, la sua gloria e la salvezza degli uomini; “magnificat”, la lode e la gratitudine verso Dio Creatore, Gesù che redime e lo Spirito Santo vivificante.

Evitando attrattive e pericoli mondani ha gettato le sue reti nel mare dell’amore di Dio e del prossimo. In una vita semplice e ordinaria, ha saputo generosamente e mirabilmente confessare Cristo in ogni circostanza della vita, nella condizione di sposa, madre e apostola, lasciando che Dio trasparisse con naturalezza in lei. Il testo è un compendio del suo messaggio, ben chiaro e indirizzato alle mamme, alle spose, agli educatori in genere: ella, infatti, è un invito vivente a tutti di come ci si dona agli altri; un invito a vivere la propria fede e la propria vocazione come espressione della carità di Cristo. L’autore – a partire da un’indagine filologica dei testi scritti di Maria Corsini Beltrame Quattrocchi – racconta una donna dall’animo particolare e dalle innumerevoli vocazioni, non schiacciata sul marito e descrive la bellezza e l’importanza teologica del matrimonio e della famiglia. Inoltre, ne evidenzia lo spessore teologico, l’originalità del pensiero e il contributo della Corsini alla teologia contemporanea del matrimonio e della famiglia, “scuola di arricchimento umano” (Gaudium et Spes 52), in cui adulti e giovani diventano per così dire partner in un processo reciproco di maturazione della libertà che continua per tutta la vita con l’aiuto della grazia di Dio.
Papa Francesco ha spesso insistito tanto sulla necessità di una “teologia incarnata” che corrisponda a una fede come “sapienza spirituale”: “Abbiamo bisogno di recuperare la via di una teologia incarnata, che non nasce da idee astratte concepite a tavolino, ma sgorga dai travagli della storia concreta, dalla vita dei popoli, dai simboli delle culture, dalle domande nascoste e dal grido che si leva dalla carne sofferente dei poveri. Una teologia generata da Dio, che porta annunci di liberazione al mondo; […] una teologia che da ‘sapore accademico’ diventa ‘sapore del cuore’, per suscitare divine inquietudini e incoraggiare il desiderio umano ad affacciarsi ai bordi del Mistero di Dio”.
L’autore poi approfondisce e mette in luce l’influenza mariana sulla costruzione del profilo spirituale di Maria Corsini, utile e necessaria per comprendere l’aderenza alla realtà di un pensiero squisitamente sapienziale. Nella spiritualità della Corsini, Maria è causa efficiente nell’elargizione della Grazia, delle nostre virtù e del nostro agire virtuoso. Dalla sua proposta mariana si comprende chiaramente che bisogna praticare le virtù non solo a somiglianza di Maria, ma alla dipendenza di Maria, per mezzo di Lei. La Vergine Maria rappresenta un ideale di sposa e madre assolutamente centrale per il raggiungimento di quella perfezione verso cui Maria Corsini, paradigma per ogni cristiano, tende.Corsini è anche stata una “teologa” esploratrice. Pur consapevole di correre il rischio di essere considerata con superficialità o con carattere effimero, non ha disertato la propria missione per pavidità, peggio per pigrizia. Inoltre,

da fine pedagoga, era ben consapevole che i giovani vanno resi protagonisti ma sapeva anche che vengono mossi con la testimonianza.

Sapeva che bisogna dare loro fiducia e responsabilizzarli e che non basta bombardarli di messaggi sul senso della vita e sull’etica della vita.
Il pensiero della Corsini aiuta quindi a recuperare le coordinate di una narrazione cattolica comprensibile e accessibile a tutti perché nasce dal cuore dell’esperienza cristiana. Tali coordinate non sono a disposizione solo degli specialisti e dei comunicatori, ma si trovano già “lungo la via” tra i giovani, nelle mura domestiche, basta mettersi in ascolto delle domande di vita dentro e fuori di noi. L Corsini ricorda il prezioso e insostituibile valore teologico della famiglia, il ruolo dei genitori, inteso come spazio di resistenza che spinge a sentire e a pensare in profondità, in cui si coltiva la differenza rispetto a ciò a cui le forze egemoniche di volta in volta vorrebbero ci adattassimo. La famiglia come luogo dove si impara a guardare le cose e a comprenderne il senso, spazio privilegiato e unico dove nascono e crescono le relazioni autentiche. A cominciare da quella, decisiva, con i genitori: sono loro che mostrano il mondo ai loro figli, sono loro che hanno il compito di contagiarli con la passione per le cose belle del mondo. Bravi genitori confidano e affidano il mondo ai loro figli. Il compito educativo dei genitori aiuta a restare in un buon cammino, cioè a crescere guardando a un orizzonte di senso. E poiché ogni persona – volendo dare una definizione dell’umano – è una profondità aperta, questa apertura va coltivata sempre. La risposta davanti alle diverse sollecitazioni nel mondo non può che essere il bene, la cura del creato, dell’altro e del futuro. È questo che ci rende pienamente umani.
Negli scritti di Maria Corsini, quindi, un valido contributo per affrontare quella sfida che oggi tocca a noi, attraverso la riscoperta dell’immenso patrimonio teologico del cristianesimo e la consapevolezza che l’evangelizzazione si svolge attraverso il bello e il buono già presente nella Chiesa domestica.

Urge superare l’attuale grave stato di stagnazione, per un risveglio che necessita di un pensiero robusto e di una pratica coerente per non perdere, secondo le parole di Papa Francesco, la capacità “di sognare nuove versioni del mondo” che hanno la loro radice nella famiglia, piccola Chiesa domestica.

Riguardo alla sua attività di scrittrice, Maria Corsini inizia con la pubblicazione nel 1920 di articoli su “Fiamma viva”, “Il Solco”, “In Alto” e sul Bollettino della Fuci. Dal 1922, anno in cui in casa Beltrame Quattrocchi si annunciano ben tre vocazioni, Maria seguirà fino al suo ultimo respiro, con un vero sacerdozio materno, la scelta di vita consacrata dei tre figli Filippo, Cesare e Stefania. Dall’epistolario scambiato con loro, nel 1924 vede la luce “Voce di Madre”. Nel 1936 dà alle stampe “Il libro della giovane” e nel 1937 compone un opuscolo dal titolo “I nostri ammalati”. Nel 1940 escono “Il fuoco ha da ardere” e “Mamma vera”. Nel 1943 scrive “Fiore che sboccia”, con la collaborazione del figlio P. Paolino. Nel 1952 nascono “Lux vera” e “Vita coi figli”. Nel 1953, ripercorrendo la vita in comune trascorsa col marito Luigi, pubblica “L’ordito e la trama”, in seguito ristampato con il titolo “Radiografia di un matrimonio”. L’ultimo suo componimento è del 1955 “Rivalutiamo la vita”. Nel 1951 perde il suo amato Luigi. Nel 1965, a 81 anni, il 25 agosto, Maria Corsini Beltrame Quattrocchi passa a miglior vita mentre si trova in vacanza a Serravalle di Bibbiena, nella villetta “La Madonnina”, fatta costruire per lei da Luigi.

Foto in evidenza: diocesi di Roma

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