Maltrattamenti sui minori: 58% in più in 5 anni

Pubblicati i dati della III Indagine nazionale Terre des Hommes e Cismai, commissionata dall'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza

Dai dati della III Indagine nazionale emerge che la forma di maltrattamento più frequente è il Neglect (trascuratezza) subito dal 37% dei minori, seguita dalla violenza assistita, al 34%. Violenza psicologica e maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12% e l’11%. Meno diffuse risultano la patologia delle cure (4%) e l’abuso sessuale (2%). Il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine

In Italia risultano in carico ai servizi sociali 374.310 minorenni, di questi 113.892 sono vittime di maltrattamento, ovvero il 30,4%. Si tratta al 31 dicembre 2023 di un aumento del 58% rispetto alla precedente indagine del 2018, in cui i minorenni in carico ai servizi sociali vittime di maltrattamento rappresentavano il 19,3%.

Sul totale della popolazione minorenne residente in Italia questo significa un passaggio da 9 a 13 minorenni maltrattati ogni mille. Un’impennata registrata nell’arco di soli cinque anni. Al Sud l’aumento è del 100% con 10 minorenni su mille rispetto ai 5 del 2018. Significativo altresì è l’aumento del 45% del Centro-Nord. È quanto emerge dalla III Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, condotta Terre des Hommes e Cismai (Coordinamento italiano servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia) per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, che è stata presentata mercoledì 11 giugno nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri dall’Autorità garante, Marina Terragni, dalla presidente della Fondazione Terre des Hommes Italia, Donatella Vergari, e dalla presidente Cismai, Marianna Giordano.

L’intercettazione delle situazioni a rischio avviene principalmente solo a partire dai 6 anni.

Al 31 dicembre 2023, il 18% dei minorenni in carico per maltrattamento ha tra 0 e 5 anni, il 32% tra 6 e 10 anni e il 50% tra 11 e 17 anni. La presa in carico, pertanto, avviene più frequentemente tra i 6 e i 17 anni, quando le situazioni di disagio risultano spesso già consolidate.

Un elemento chiave che contribuisce a questa difficoltà è rappresentato dalla bassa frequenza di bambini e bambine nei servizi educativi per la prima infanzia. Attualmente, solo il 28% di bambini e bambine sotto i tre anni trova posto nei nidi o in altri servizi educativi analoghi, con forti disparità territoriali, soprattutto al Sud, dove in alcune regioni la copertura scende sotto il 15%.

La forma di maltrattamento più frequente è il Neglect (trascuratezza) subito dal 37% dei minori, seguita dalla violenza assistita, al 34%. Violenza psicologica e maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12% e l’11%.

Meno diffuse risultano la patologia delle cure (4%) e l’abuso sessuale (2%). Il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine. Si notano però differenze di genere nelle forme di violenza: i maschi sono più frequentemente vittime di neglect educativo, (54%), violenza assistita (52%) e patologia delle cure (54%), mentre le femmine sono più esposte ad abuso sessuale (77%) e violenza psicologica (53%). Nell’87% dei casi il maltrattante appartiene alla cerchia familiare ristretta, senza differenze a livello territoriale.

(Fonte Agia, Terre des Hommes, Cismai)

Nel 52% dei casi è l’autorità giudiziaria a segnalare il caso ai servizi sociali.

Le istituzioni educative – in particolare la scuola – contribuiscono solo nel 14% dei casi. Ancora più marginale è il ruolo delle famiglie (12%) e, soprattutto, delle strutture sanitarie, come ospedali e ambulatori, che nel complesso segnalano solo il 4% dei casi. Infine, i medici di base e i pediatri risultano pressoché assenti, con una percentuale dell’1%.

La III Indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia prende in considerazione 326 comuni italiani, selezionati dall’Istat, a fronte dei 196 considerati nell’edizione precedente del 2021, comprese 12 città metropolitane, coprendo così un bacino di 2.733.645 minorenni. L’Indagine analizza il fenomeno con dati al 31dicembre 2023 e rappresenta l’unica fotografia post pandemia da Covid-19 del maltrattamento ai danni di infanzia e adolescenza.

(Foto Agia, Terre des Hommes e Cismai)

“Dato impressionante, tra gli altri, quello della violenza assistita, che riguarda un terzo dei casi di maltrattamento. Unitamente al fatto che ben l’87% di tutti i maltrattamenti avviene all’interno della cerchia familiare ristretta, quel dato segnala la necessità e l’urgenza di porre la massima attenzione alla famiglia, colpita da una crisi sempre più diffusa e profonda, nella consapevolezza che nessun altro istituto, dalla scuola al ‘sociale’, potrà mai sostituirla nella sua fondamentale funzione, e che il sostegno alle famiglie costituisce un irrinunciabile presidio anche sul fronte del contrasto al maltrattamento di bambini e adolescenti”, commenta Marina Terragni.

“Con questa Indagine consegniamo alle istituzioni uno strumento fondamentale affinché il nostro Paese possa costruire una risposta sempre più efficace e al passo con le avanguardie internazionali, contro la violenza a danno di bambini e bambine. – dichiara Donatella Vergari –. A cominciare da azioni di rafforzamento del tessuto sanitario, educativo e sociale, per una più qualificata e pronta segnalazione delle vittime e per l’individuazione e accompagnamento delle fragilità genitoriali. Fattori imprescindibili di cui tenere conto in ottica di prevenzione del fenomeno”.

“La III Indagine rappresenta un’importante tappa rispetto alla conoscenza, all’analisi ed alla misurazione del multiforme fenomeno del maltrattamento all’infanzia nel nostro Paese – dice Marianna Giordano –. Lo studio permette di riflettere sull’impatto a breve medio e lungo termine sulle traiettorie di vita di bambine, bambini, adolescenti e rappresenta uno strumento prezioso per i decisori politici, per gli amministratori locali, per le operatrici e gli operatori territoriali per definire e realizzare politiche ed azioni appropriate in tutto il Paese per prevenire e contrastare la violenza e curare le piccole vittime ed i loro genitori vulnerabili”.

Muovendo dagli esiti dell’Indagine svolta, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha formulato alcune raccomandazioni. La prima è “istituire un sistema informativo nazionale permanente di raccolta dati sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia”. La seconda “adottare un Piano nazionale di prevenzione e contrasto della violenza ai danni dei minorenni”. La terza “adottare linee guida nazionali sulla prevenzione e sulla protezione dei bambini, delle bambine e degli adolescenti dalla violenza”. La quarta “dare piena attuazione al Livello essenziale di assistenza (Lea) sulle azioni e sugli interventi in tema di maltrattamento ai danni dei minorenni”. La quinta “riconoscere gli interventi di prevenzione e contrasto del maltrattamento tra i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps)”. La sesta “formare adeguatamente i professionisti”. L’ultima raccomandazione è “prevedere adeguate risorse per l’attuazione delle misure di prevenzione, contrasto e cura, da destinare alle Amministrazioni nazionali, regionali e comunali competenti”.

Gigliola Alfaro (SIR)

Foto in evidenza Ansa/SIR

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