Mercoledì 25 giugno 2025, nella chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo a Trieste, è stato presentato al pubblico, dopo un accurato restauro durato sei mesi, un importante dipinto seicentesco raffigurante la Crocifissione, riemerso dopo un secolo di oblio nelle stanze interne dell’edificio sacro.
L’intervento è stato promosso e realizzato dal Rotary Club Trieste, con il sostegno delle Fondazioni Casali, in un’azione congiunta di recupero e valorizzazione del patrimonio artistico cittadino.
L’opera, un olio su tela di grandi dimensioni (292 x 153 cm), è ora esposta in una nicchia laterale dell’ingresso di via Ponchielli 2, spazio carico di significato storico poiché insiste sul sedime dell’antica abside dell’originaria chiesa, dove il dipinto era già collocato in passato.
Inizialmente attribuito a Carlo Cignani (1628–1719) e successivamente al figlio Felice (1660–1724), il dipinto ha subito nei secoli gravi danni dovuti al tempo, a frequenti spostamenti e a inadeguati interventi conservativi. Il recente restauro, oltre a restituirne l’intensa carica espressiva, ha reso possibile una serie di indagini radiografiche e analisi tecnico-scientifiche che hanno aperto nuove prospettive interpretative e ipotesi sull’attribuzione dell’opera.
La restituzione del dipinto è stata anche l’occasione per presentare la nuova guida dedicata alla chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, frutto della collaborazione tra Rotary Club Trieste e l’Università degli Studi di Trieste – SMATS (Sistema Museale di Ateneo). Il volume, curato da Rossella Fabiani e Adelio Paladini, documenta la storia della chiesa e riporta alla luce le tavole progettuali originali di Pietro Nobile, grazie al materiale dell’Archivio tecnico comunale e a collezioni private.
Questo importante progetto testimonia come sinergie virtuose tra enti pubblici, realtà associative e mondo accademico possano concretamente contribuire alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Foto di Luca Tedeschi
