Fare volontariato per costruire, prima di tutto, relazioni. Avviare processi per rendere le realtà autonome nel tempo. Portare competenze, ma soprattutto incontrare le realtà locali portando gioia. Sono questi, in estrema sintesi, i tratti distintivi dell’operato di un gruppo di famiglie e di giovani, appartenenti all’Associazione “Drum Bun” (in romeno “Buon viaggio”) di Cremona che dal 9 agosto (e lo saranno fino al 17) sono presenti a Trieste per dare un volto nuovo al Refettorio di via dell’Istria, ma anche per incontrare i volontari di Caritas Trieste e prestare servizio presso i diversi presidi della Caritas locale.
È il sorriso il biglietto da visita di queste famiglie: le abbiamo incontrate nei giorni scorsi al Refettorio, mentre stavano ultimando la pitturazione di una stanza che, nel tempo, diventerà non solo luogo in cui le persone che hanno accesso al servizio potranno consumare un pasto, ma anche spazio dove sostare per prendere fiato e socializzare. «Lo spirito con cui viviamo il nostro servizio e proponiamo delle attività è quello dell’animazione locale» ci spiega Greta, volontaria, sposa di Matteo, e mamma di tre figli (Elia 6 anni, Samuele 4 e Giovanni10 mesi) «fin dal 1997, quando l’associazione è nata da un primo gruppo informale di giovani che, sotto la guida di don Pier Luigi Codazzi, l’attuale direttore di Caritas Cremonese, sono stati in missione in Romania, il nostro obiettivo è quello di avviare dei processi, in modo che l’esperienza di animazione possa proseguire nel tempo e le realtà locali possano rendersi autonome. Dopo la pandemia, abbiamo dato inizio al filone dell’esperienza di volontariato dedicata alle famiglie e, dopo la prima volta a Trieste l’anno scorso, quest’anno siamo qui con quattro famiglie, otto adulti e 10 bambini di età compresa tra i 10 mesi e i 17 anni, per fare servizio al Refettorio o a pranzo o a cena e per risistemare gli spazi interni che avevano bisogno di essere resi più accoglienti. A breve ci daremo il cambio con il gruppo dei giovani che si dedicherà ad altri servizi».

Il servizio, che famiglie e giovani di Cremona vengono a prestare a Trieste, rientra tra le proposte del Progetto “#CoseBelle” di Caritas Cremonese e, come in tutte le attività realizzate da Drum Bun, anche quella di quest’anno ha previsto un percorso di formazione preliminare che parte dal contatto con la realtà di destinazione e si snoda sulla base dei bisogni di quella specifica realtà: «Anche la pittura che stiamo realizzando sulle pareti del Refettorio è frutto di un confronto con le operatrici locali, Simona e Annarita, che ci hanno raccontato come, tra gli stessi volontari Caritas, vi fosse il desiderio di offrire un luogo che parlasse di accoglienza in modo più deciso: per l’immagine da dipingere, quindi la scelta è caduta su figure tondeggianti e colori caldi» conclude Greta. Mentre parliamo, nel cortiletto, c’è un gran vociare: i bimbi più piccoli giocano, disegnano e i più grandi si prendono cura di loro, mentre all’interno gli adulti – tra i quali ci sono anche Monica e Gilberto che hanno due figli (Davide 11 anni e Pietro 9) – proseguono il lavoro con colori e pennelli.

«Io facevo parte del primissimo gruppo dei giovani, ancora prima che nascesse ufficialmente l’associazione» ci racconta Anna, volontaria, sposa di Jad, e mamma di quattro figli (Nina 16 anni, Romeo 14, Martino 13 e Emil 11), volto luminoso ed energia da vendere «negli anni poi siamo cresciuti. Anche io mi sono sposata e ho avuto i figli, ma abbiamo scelto di proseguire il nostro servizio anche come famiglia: l’idea è quella di far respirare anche ai figli la condivisione tra famiglie. Quello che portiamo nel nostro servizio è uno stile di apertura e di ascolto e desideriamo far entrare in associazione sempre nuovi giovani perché vogliamo che l’associazione resti giovane nel tempo. Trieste mi ha sempre affascinata e già da giovane desideravo poterci venire. Dopo il primo impatto dell’anno scorso, quest’anno stiamo sperimentando un modo diverso di fare le cose insieme». Per Andrea – sposo di Barbara, passato al gruppo famiglie quest’anno dopo la nascita del suo primo figlio (Samuele 10 mesi) – e coordinatore del gruppo giovani «in ogni esperienza noi portiamo sicuramente delle competenze, penso per esempio alle attività di giocoleria, ma è sempre necessario lasciarci portare dalla realtà nella quale ci inseriamo perché siamo consapevoli di entrare in un cammino che esiste già. Desideriamo portare serenità e gioia, ma sempre con discrezione, perché è uno strumento – e Trieste ce lo racconta in modo molto chiaro – per poter vivere bene insieme. Il lavoro, in forma di gioco, che abbiamo fatto con i volontari Caritas in questi giorni ha fatto emergere tre parole chiave per il volontariato: (s)cambio, cura e comunità. Insieme a queste parole è necessario continuare a camminare». E i giovani? «Ne arriveranno undici e si dedicheranno al servizio presso il Dormitorio di via Sant’Anastasio, “Spazio 11” e Campo Sacro».

Ogni esperienza associativa è sempre accompagnata da momenti di formazione e testimonianza, per ricordare che ogni attività, ogni servizio è orientato da una precisa bussola interiore: e se, come si legge nello Statuto di Drum Bun “l’associazione trae fondamento da una visione antropologica cristiana” e “mantiene fermamente una posizione di apertura verso qualsiasi altra cultura e religione, purché ne condivida gli ideali di pace, giustizia, uguaglianza e democrazia”, queste famiglie e questi giovani ci raccontano, vivendolo in prima persona, che il punto di partenza è anche il punto di arrivo: la relazione. Un augurio per Trieste? «Che qui si possa respirare sempre aria di apertura», dice Anna. Mentre per Andrea «l’augurio è in quelle tre parole scelte con i volontari».
Luisa Pozzar
Foto: Drum Bun
La Drum Bun (in romeno significa “Buon viaggio!”) nasce nel 1997 dall’intuizione e dall’entusiasmo di don Pier Codazzi (detto Pier) che in estate raduna attorno a sé un piccolo (allora) gruppo di giovani cremonesi per un’esperienza di servizio volontario in Romania. A bordo di un pulmino rosso un po’ scassato, carico di materiali di riciclo, berretti e attrezzi da giocoleria, il gruppo raggiunge due località vicino a Bucarest, Ploiesti e Buzau, dove sono attive comunità cattoliche. Organizzano attività di animazione e educazione per bambini e ragazzi del posto, vivono a stretto contatto con la comunità locale, conoscono ragazzi interessati a portare avanti l’attività per i più piccoli durante tutto l’anno. Al rientro in Italia si tengono in contatto e poi, l’anno dopo, ritornano. Sono di più, i volontari cremonesi, i bambini e i ragazzi coinvolti nell’attività estiva. E l’anno successivo ancora. E la Drum Bun cresce…
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