Pensieri in una notte di stelle cadenti

A Giulia, a tanti e a tante che in un attimo si dissolvono e ad altre stelle silenziose, nascoste, impercettibili, che rischiamo di non vedere

Apro la finestra e vedo stelle cadenti, astri lucenti e meravigliosi che in un attimo si dissolvono nell’atmosfera. Se ti distrai, se guardi dalla parte sbagliata del cielo, se sbatti le palpebre troppo lentamente, rischi di non intercettarle.

Quest’estate, la cronaca ne ha scorta qualcuna, ma ce ne sono molte, silenziose, nascoste, impercettibili, che rischiamo di non vedere…

Da qualche anno ormai mi occupo di giovani; fino a poco fa lo sono stato anch’io. Conosco bene le fatiche, i combattimenti, le ferite che vivono i ragazzi di oggi: molte di queste hanno lasciato cicatrici anche nel mio cuore, altre le ho conosciute nei colloqui, in confessione, fra lacrime e voci sommesse.

Oggi, con gli occhi al cielo in attesa delle Perseidi, mi sento di dire ai giovani di non aver paura: non è vero che siete soli, non è vero che la vita è vuota, non è vero che dovete primeggiare in tutto e che, se non ci riuscite, allora valete meno. Non è vero che dovete avere fisici perfetti, fare vacanze da sogno con foto “instagrammabili”, o avere migliaia di followers, like e commenti per contare qualcosa.

Anche una vita semplice, fatta di sconfitte, di solitudini, di storie che si rompono, di vacanze passate nello stesso angolo di ogni giorno, di tagli nascosti, di un corpo che sembra non appartenervi, brilla di luce. Ed è proprio da questa luce, a volte flebile, che si può ripartire, si può cambiare rotta: senza scontrarsi con l’atmosfera, senza smettere di splendere, ma acquistando nuova forza e nuova vita.

Spesso lo si può fare trovando un’altra stella, o uno sciame di stelle: insieme si fa più luce, insieme si brilla di più, insieme il mio chiarore, che sembra ormai spento, assume nuova luce e nuovo colore. Non sei solo. Non sei sola.

E, sempre con gli occhi di chi scruta il cielo, mi sento anche di dire una cosa agli adulti come me: alziamo lo sguardo, cerchiamo le stelle, accompagnamole nel loro cammino senza pretese, senza aspettative, senza imporre loro rotte già tracciate per rendere felici più noi che loro.

Assumiamoci la responsabilità di essere adulti senza scimmiottare un’adolescenza e una giovinezza ormai passate; insegniamo ad accogliere anche i “no” della vita, le battaglie perse, gli insuccessi, i sentieri sbagliati. Valorizziamo i piccoli particolari, amiamo i giovani e le giovani per ciò che sono, e non per come dovrebbero essere — secondo noi.

E se, guardando il cielo, ci accorgessimo che alcune stelle cadenti non sono destinate a spegnersi, ma solo a cercare un nuovo orizzonte, una nuova luce? Forse il nostro compito è proprio questo: essere occhi che non si distraggono, mani che non lasciano andare, cuori che non smettono di credere. Perché, nella notte, ogni luce conta. Sempre.

don Franz Pesce

Foto da pexels.com di Neale LaSalle

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