Quest’anno le giornate settembrine dello SLOFEST si svolgeranno all’insegna di Primož Trubar e della ricorrenza dei cinquecento anni della sua presenza a Trieste. Per l’occasione sabato 20 settembre prossimo verrà scoperta nella chiesa di S. Silvestro una lapide commemorativa a cura del dr. Aleksander Erniša, già Pastore della Chiesa luterana a Trieste e ora Vescovo della Comunità luterana in Slovenia.
Primož Trubar è considerato padre della lingua slovena scritta. A lui che, pur essendo sacerdote cattolico, aveva abbracciato il luteranesimo, si devono i primi libri stampati ad uso del popolo sloveno, libri di argomento religioso come Il Catechismus, l’Abecedarium, nonché la traduzione dei Salmi e del Nuovo Testamento. Far conoscere la Parola di Dio al popolo fu la sua grande missione di predicatore luterano.
Si comprende quindi lo stretto legame che intercorre tra il mondo sloveno e il luteranesimo, se persino il 31 ottobre, giorno della Riforma, viene rispettato in Slovenia come festa dello Stato.

La vita di Trubar fu segnata da continui spostamenti. Dalla nativa Rašica, (Carniola Inferiore), fu mandato a compiere i suoi primi studi a Fiume e da lì a Salisburgo, finché a 16 anni di età, appunto negli anni 1524-1525, approdò per la prima volta a Trieste come allievo dell’allora vescovo Pietro Bonomo e cantore del coro della cattedrale. Vista la sua brillante intelligenza, Bonomo lo mandò a proseguire gli studi a Vienna, e al suo ritorno a Trieste, nel 1530, gli impartì la consacrazione presbiterale conferendogli la parrocchia di S.Martino a Laško, che allora dipendeva dalla Diocesi di Trieste. Stando nella Carniola, Trubar ebbe modo di frequentare gli ambienti filoluterani, ma per l’atteggiamento rigoroso del vescovo di Lubiana, preferì ritornare a Trieste dove il buon vescovo Bonomo lo nominò addirittura suo segretario e predicatore nella lingua slovena. Due anni dopo la morte dell’amato vescovo, ed essendosi in seguito acuito nella Carniola il clima persecutorio contro il luteranesimo, Trubar si rifugiò in Germania, dapprima a Nürnberg e a Rothenburg, poi a Kempten e a Urach, infine a Tübingen e a Deredingen, dove morì, lasciando tre figli avuti dalla moglie Barbara Sitar, il primogenito Primož, Maddalena e Feliciano e l’amato allievo Jurij Dalmatin, traduttore nel 1584 dell’intera Bibbia nella lingua slovena.
Duja Kaucic Cramer