Si è concluso sabato 30 agosto ad Ariccia (Roma), presso la Casa Divin Maestro, il XXXII Incontro Estivo per Seminaristi, che ha riunito una trentina di giovani provenienti da oltre 15 diocesi italiane. L’appuntamento, che ogni anno si svolge nell’ultima settimana di agosto, ha proposto anche questa volta un percorso che alterna momenti formativi e conferenze, preghiera comunitaria, visite a luoghi significativi di Roma e occasioni di fraterna condivisione.
L’edizione di quest’anno ha avuto un carattere particolare perché si è svolta a poche settimane dal Giubileo dei Seminaristi 2025, celebrato a Roma con il Santo Padre Leone XIV lo scorso giugno. Nella Basilica Vaticana, il Pontefice aveva rivolto ai giovani in formazione un forte invito alla preghiera, al discernimento e alla testimonianza evangelica come servitori “miti e forti”, chiamati a donare la vita in un mondo spesso segnato da individualismo e conflitti.
L’esperienza giubilare ha fatto da sfondo e stimolo alle riflessioni della settimana, aiutando i partecipanti a vivere il convegno come un prolungamento del pellegrinaggio nella Città eterna, con momenti di preghiera nelle basiliche romane e la consueta concelebrazione eucaristica sulla tomba dell’apostolo Pietro, quest’anno presieduta dal cardinal Frezza. Il momento culminante del convegno è stata l’udienza in Aula Paolo VI con il Santo Padre Leone XIV, che ha accolto i seminaristi con parole di incoraggiamento: «Rivolgo un cordiale benvenuto ai […] Seminaristi che partecipano ad un incontro estivo di formazione: carissimi, vi incoraggio a perseverare con gioia nell’adesione a Cristo che vi chiama ad essere testimoni di fraternità e operatori di pace».
Il tema scelto per quest’anno – Sacerdoti di Cristo, umani, maturi. Il cammino formativo del seminario tra ferite, relazioni e crescita spirituale – è stato sviluppato da diverse prospettive. Monsignor Giovanni Intini, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, ha sottolineato come la formazione umana sia il fondamento imprescindibile di quella spirituale, intellettuale e pastorale. Richiamando l’umanità di Cristo come modello, ha invitato i seminaristi a riconoscere e curare le proprie ferite, ad alimentare il cuore con la preghiera e a vivere relazioni autentiche improntate a rispetto e discrezione. «Gesù – ha ricordato – ha vissuto pienamente le gioie e le prove dell’esperienza umana: è da Lui che impariamo l’autenticità delle relazioni e la radicalità dell’obbedienza al Padre». Da parte sua, la dottoressa Vittoria Lugli, psicologa e psicoterapeuta, ha offerto un approfondimento sul legame tra psicologia ed esperienza spirituale, mettendo al centro il ruolo delle emozioni e delle virtù nella crescita personale. Ha richiamato la teoria dell’attaccamento e la necessità di elaborare i traumi, anche quelli collettivi come la pandemia, sottolineando come la speranza e la plasticità cerebrale possano aprire percorsi di guarigione e resilienza. Ha messo in guardia dai rischi che minacciano oggi i giovani – come dipendenze digitali e isolamento relazionale – e ha proposto un cammino integrato in cui la guida spirituale e l’accompagnamento psicologico collaborino per aiutare i futuri sacerdoti a maturare come uomini liberi, capaci di relazioni autentiche. Monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia, ha parlato della maturazione affettiva del seminarista e del presbitero, approfondendo le dimensioni di filiazione, fraternità e paternità come chiavi per relazioni ecclesiali autentiche, mentre una coppia romana di sposi, Carlotta e Vittorio, genitori di quattro figlie, ha condiviso come la presenza di sacerdoti significativi abbia accompagnato il loro cammino di fidanzamento, matrimonio e vita familiare, sottolineando anche il ruolo prezioso delle famiglie nell’aiutare i preti a rimanere umani e radicati nella vita concreta delle persone.
Una tavola rotonda finale, con i rettori dei seminari di Milano (don Enrico Castagna), Napoli (don Francesco Maria Cerqua) e Torino (don Giorgio Garrone), ha permesso di confrontarsi sulle recenti indicazioni della CEI circa la formazione dei candidati al sacerdozio, offrendo spunti pratici per il cammino dei seminari di oggi. Accanto alle relazioni, non sono mancati i momenti di condivisione in piccoli gruppi, le celebrazioni liturgiche quotidiane e la possibilità di raccontarsi con semplicità, in un clima di amicizia. Le testimonianze personali dei seminaristi – provenienti da contesti diversi – hanno reso concreto il cammino di crescita comune, mostrando come la chiamata alla vita sacerdotale nasca sempre dall’incontro vivo con Cristo e si sviluppi in una trama di relazioni autentiche. Tra queste, spiccano le parole di Michele, seminarista dell’Arcidiocesi di Fermo: «Sono profondamente grato per questi giorni vissuti insieme: per la cura con cui è stato pensato ogni momento, per la ricchezza dei contenuti e delle iniziative, e per la fecondità dell’atmosfera di preghiera comune».
Tra i partecipanti, anche Federico Skodler, seminarista triestino della prelatura dell’Opus Dei, ormai prossimo al diaconato, che così si racconta:
Sono nato a Trieste nel 1978. Da bambino ho aderito all’ACR e al gruppo ministranti della mia parrocchia di residenza: San Pio X.
Negli anni dell’adolescenza la mia parrocchia di elezione è stata quella di san Luigi Gonzaga, dove i coniugi Longo (Miriam e il diacono Paolo) hanno curato la formazione cristiana del nostro gruppo di giovanissimi.
Ho frequentato il liceo Petrarca (indirizzo linguistico) e contemporaneamente mi sono impegnato nel MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica): si tratta di esperienze che poi hanno segnato positivamente il mio successivo percorso professionale. In tutti i suddetti ambienti sono nate amicizie – simmetriche fra pari e asimmetriche con formatori ed educatori – che durano ancor oggi.
Al termine degli studi in filosofia all’Università di Trieste, ho conosciuto l’Opus Dei, di cui – ormai neolaureato – sono diventato membro “aggregato”, cioè laico che vive il celibato apostolico. L’Opus Dei è un’istituzione il cui carisma consiste nella ricerca della santità ‘a tempo pieno’ nella vita quotidiana (famiglia, lavoro, tempo libero): la maggior parte dei suoi membri sono persone sposate, in particolare madri di famiglia.
Dopo le prime brevi e variegate esperienze professionali, ho intrapreso un lungo precariato nelle scuole superiori statali della nostra Regione (a Udine, Cervignano, Trieste e infine Gorizia), per la maggior parte degli anni come insegnante di sostegno e, ormai di ruolo, come insegnante di filosofia. Allo stesso tempo, ho impartito come docente incaricato alcuni insegnamenti di filosofia all’allora ISSR di Trieste.
Nell’anno accademico 2020-‘21 ho accettato una borsa di studio per completare in presenza gli studi istituzionali di teologia a Pamplona presso l’Università di Navarra, dove ho conseguito il baccalaureato (corrispondente alla laurea triennale). Successivamente, mi sono trasferito a Roma, per studiare teologia morale alla Pontificia Università della Santa Croce, dove a settembre 2024 ho ottenuto la licentia docendi (corrispondente alla laurea magistrale). Ora sto proseguendo il percorso di studi in qualità di studente di dottorato, sempre in teologia morale: sto scrivendo una tesi sull’educazione alla libertà secondo il teologo italo-tedesco Romano Guardini.
Nel frattempo, a fine marzo di quest’anno, è arrivata da parte del prelato dell’Opus Dei la chiamata a ricevere il sacramento dell’Ordine sacro: se Dio vuole, sarò ordinato diacono (incardinato nella prelatura dell’Opus Dei) il mattino di sabato 22 novembre e sacerdote il mattino di sabato 23 maggio, in entrambi i casi qui a Roma, dove ho intrapreso la preparazione immediata agli Ordini sacri.
Nel corso dell’ultima settimana di agosto ho partecipato anch’io, vicino a Castel Gandolfo, a una convivenza nazionale di seminaristi diocesani provenienti da circa 15 Diocesi italiane: si è trattato di un’esperienza di comunione con una trentina di giovani laici che stanno discernendo un’eventuale vocazione al sacerdozio; un paio di loro saranno presto ordinati diaconi, come me.
Nella foto in evidenza: Federico Skodler con don Daniele Mottura (di Milano), che è il primo “aggregato” italiano dell’Opus Dei ad essere stato ordinato sacerdote (nel 2024).
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