La scuola sia per tutti spazio di cura e di dialogo

Il Messaggio del Vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi, per l'inizio dell'anno scolastico 2025-2026. Riflessioni e auguri.

Il 1° settembre, monsignor Enrico Trevisi, Vescovo di Trieste, ha inviato un Messaggio al mondo della scuola per offrire il suo personale augurio per l’anno scolastico che sta per iniziare. Ne pubblichiamo alcuni stralci, mentre, chi lo desidera, può leggere il testo integrale – sia in lingua italiana sia in lingua slovena – cliccando qui.

Nel testo monsignor Trevisi, rivolgendosi a “studenti, insegnanti, dirigenti, genitori, personale” ha voluto offrire alcune riflessioni e due auguri.

Sia un anno in cui ciascuno si prenda cura degli altri. In un mondo dove spesso si sperimentano ostilità, solitudine, paura, fragilità penso che tutti abbiamo il desiderio di
una scuola dove invece si fa esperienza della cura reciproca. Ci sappiamo tutti inquieti e instabili, affettivamente e psicologicamente. Questo il mio augurio: possiate prendervi cura gli uni degli altri, secondo ruoli e competenze che vi differenziano e che mai nessun mansionario potrà restringere. Perché si tratta della cura dell’umano che rimanda alla generosità e credibilità di ciascuno, con la propria libertà e originalità. E non solo con quanto previsto, e giustamente, da regolamenti e ordinanze.

Nel ricordare le sfide e le difficoltà del nostro tempo, il Vescovo ha proseguito:

Vi auguro un buon cammino, gli uni accanto agli altri. Prendiamoci cura di questa nostra umanità: così provata dai limiti e così assetata di stelle, così imperniata sul materiale e così proiettata sull’oltre, così tormentata dalla violenza e così anelante la comunione.

Ricordando i 1700 anni dal Concilio di Nicea, “un anniversario che rimanda ad un mondo antico
e pure conflittuale ma che cercò la via dell’accordo, del dialogo, dell’ascolto e poi delle
decisioni prese insieme”, ecco, quindi, un invito a vivere il dialogo anche all’interno della scuola:

Questo vi auguro: che la scuola sia lo spazio di questo dialogo e di questo confronto, ma anche di una elaborazione di codici che ci consentono di decifrare le strade percorribili, le mappe che da vagabondi (che si son persi) ci trasformano in viandanti curiosi e coraggiosi.

(L.P.)

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