Ci sono momenti in cui il cuore chiede di mettersi in cammino, di uscire, di cercare. Questo fine settimana (12-14 settembre 2025), la nostra comunità parrocchiale ha risposto a questo desiderio profondo con il pellegrinaggio a Roma, vissuto nell’orizzonte dell’Anno Santo. Non è stato solo un viaggio fisico.
Abbiamo camminato con i piedi, ma soprattutto con il cuore:
portando le nostre fragilità, cercando il volto di Dio, scoprendo la bellezza di una comunità che sostiene, accoglie e ama.
Il cammino è iniziato con uno sguardo sincero dentro di noi, nella consapevolezza del nostro peccato, della nostra fragilità. Non come condanna, ma come verità che ci libera. Abbiamo portato con noi le nostre cadute, le nostre ferite, le nostre domande. E proprio lì, nel riconoscere la nostra povertà, nella liturgia penitenziale, abbiamo incontrato la grandezza del perdono di Dio. Un perdono che non umilia, ma rialza. Che non giudica, ma abbraccia. Che non si limita a cancellare, ma trasforma.
Durante il pellegrinaggio, abbiamo riscoperto che la comunità non è semplicemente un contesto in cui vivere la fede: è il luogo dove Cristo si rende visibile, tangibile, prossimo. Non un’idea, non un simbolo, ma un volto. Il volto di chi ci ha camminato accanto, di chi ha condiviso con noi la fatica e la gioia del cammino.
E questo è stato ancora più evidente proprio quando le cose non sono andate come previsto. Quando il programma ha subito cambiamenti, quando l’orologio ha scombinato i piani. In quei momenti, in cui sembrava regnare il disordine, Cristo si è fatto sorprendentemente vicino. Non nel controllo, ma nella fiducia. Non nell’efficienza, ma nella relazione. Non nel successo dell’organizzazione, ma nella verità dell’incontro. È lì che abbiamo capito che la Sua presenza non dipende dai nostri schemi, ma dalla Sua fedeltà.
La comunità è il luogo dove la misericordia prende forma.
Dove il perdono non è solo parola, ma gesto. Dove la fragilità non è motivo di esclusione, ma occasione di comunione. Dove nessuno cammina da solo, perché ogni passo è sostenuto da un altro. In questo pellegrinaggio, ci è stato evidente come Cristo non si incontra solo nei luoghi santi, ma soprattutto nei volti di chi ci ama. E che la comunità non è solo compagnia: è rivelazione. È il volto concreto di Cristo, che continua a camminare con noi, dentro di noi, attraverso di noi.
E proprio nel vivere insieme questi giorni, abbiamo approfondito legami che già esistevano e ne sono nati di nuovi. Il pellegrinaggio ha sciolto timidezze, avvicinato cuori, creato ponti. Persone che si conoscevano appena hanno iniziato a parlarsi, a condividere, a ridere insieme. Abbiamo scoperto che la comunione non è solo un ideale, ma una realtà che cresce quando ci si apre, quando si cammina fianco a fianco, quando si lascia spazio all’altro. E in questi rapporti rinnovati, abbiamo riconosciuto ancora una volta il volto di Cristo.
Abbiamo camminato insieme, ma ciò che portiamo a casa è molto più di qualche chilometro percorso. Portiamo nel cuore un incontro: con Dio, con noi stessi, con gli altri. Abbiamo sperimentato che la misericordia non è un concetto astratto, ma un volto, una voce, una mano che ti sostiene quando pensi che il tuo limite prevalga.
Il pellegrinaggio ci ha insegnato che la fede è un cammino che si fa in compagnia.
Che il perdono non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. Che Cristo ci viene incontro nel volto di chi ci cammina accanto.
Ora il nostro pellegrinaggio continua nella nostra quotidianità. E ogni passo sarà memoria di questa grazia, ogni incontro sarà occasione per riconoscere il volto di Cristo, ogni caduta sarà invito a rialzarci con fiducia.
Che il Signore ci renda pellegrini instancabili, capaci di cercarlo ogni giorno, e di riconoscerlo nei volti, nei gesti di ogni giorno.
Igor Pellegatta









