“La speranza cristiana tra cielo e terra”

Al campo estivo “Adultissimi” di Azione Cattolica a Borca di Cadore, tra preghiera, riflessioni, passeggiate e amicizia. Per un tempo insieme di qualità

Nella “Casa San Giusto” a Borca di Cadore si è tenuto anche quest’anno, dal 27 agosto al 7 settembre, il “Campo Estivo Adultissimi”, organizzato dalla Responsabile dell’Azione Cattolica diocesana Marisa Creglia.

Oltre al piacere del ritrovarsi e riabbracciarsi tra gli oramai “storici” convenuti, vi è stata la gradita partecipazione di nuove persone, che hanno subito saputo instaurare un rapporto di sincera cordialità e attiva collaborazione, contribuendo a creare un clima di amicizia e di fraternità. Ad intervallare le varie attività ludiche organizzate dalla responsabile, vi sono stati significativi momenti di corale preghiera al Signore, al mattino per ringraziarlo del dono di ogni nuovo giorno e alla sera con la recita della Compieta, per concludere la giornata nel Suo nome e invocare la protezione di Maria.

Pur condizionati dal tempo non sempre clemente, sono state fatte tranquille passeggiate tra i boschi e prati circostanti Borca ed escursioni a San Vito, al Lago di Mosigo, (divenuto noto grazie alla serie tv “Don Matteo”), a Cortina d’Ampezzo in occasione della “Festa delle bande”, a Nebbiù, frazione di Tai di Cadore, dove dopo un’ardua salita, si è potuta visitare la chiesetta di San Bartolomeo risalente al XV secolo. Dopo cena le serate sono trascorse con giochi di gruppo come la tombola, le partite a carte e con la visione di qualche filmato relativo ai soggiorni degli anni precedenti. Interessante è stato anche il momento di intrattenimento musicale durante il quale, dopo l’ascolto della “Marcia Trionfale” dell’opera Aida di Giuseppe Verdi, ho raccontato alcuni aneddoti e proposta una breve carrellata sulla vita del musicista e sulla sua opera citata.

Nel corso del campo, si sono anche tenute due tornate nelle quali, divisi in tre piccoli gruppi, ognuno ha potuto riflettere ed esprimere le proprie considerazioni sul tema scelto quest’anno: “La speranza cristiana tra cielo e terra”. Sulla base di alcune domande, i gruppi hanno riflettuto anzitutto sul concetto di speranza umana, intesa come quell’attesa fiduciosa nella realizzazione, presente e futura, di ciò che si desidera. Dall’aperto confronto tra le diverse e intime convinzioni, è emersa una generale consapevolezza che la speranza, virtù umana, è la forza vitale della vita, che ci consente di affrontare tutte le possibili avversità e di cambiare o migliorare le situazioni complesse di disagio e difficoltà. Senza speranza non si può vivere o meglio si vive nella disperazione, incapaci di superare gli eventi avversi come una malattia, la perdita di un familiare, un dissesto economico, ecc. La fede può dare il coraggio di andare avanti ridando la speranza e la fiducia che ciò che si desidera si realizzerà. Nella seconda tornata, molto più impegnativa, vi è stata una riflessione dei gruppi sul concetto di “speranza cristiana”, considerata come l’attesa fiduciosa della salvezza futura, quando Cristo verrà per la seconda volta per realizzare la promessa di Dio, cioè la vita eterna per noi. Raccogliendo poi le diverse riflessioni in una sintesi finale, Marisa Creglia ha messo in evidenza alcuni aspetti rilevanti della speranza cristiana, che si distingue dalle speranze terrene perché non è legata a beni materiali o realizzazioni effimere, ma all’incontro definitivo con Dio. La sua origine non nasce dall’uomo, ma è un dono gratuito di Dio, che abbiamo ricevuto nel Battesimo, fondato sul suo Amore divino che ha stabilito per noi un piano di salvezza, e sulla morte e resurrezione di Gesù vincitore del male e della morte, che ci assicura che ci sarà, dopo la morte, la nostra piena resurrezione e una vita futura nel Regno dei cieli. La speranza cristiana è anche una virtù teologale, inseparabile dalla fede e dalla carità: insieme fanno parte del cammino, dell’impegno e della vita di ogni credente. Essa ci dona la forza di affrontare le difficoltà e la morte, di agire e diventare segni di speranza nel mondo attraverso la giustizia, la pace e la solidarietà e di vivere in attesa della realizzazione piena del Regno di Dio.

Nel corso delle giornate non sono mancate interessanti conversazioni spontanee, che hanno consentito di intrecciare amichevoli relazioni fra tutti e di rafforzare lo spirito comunitario. Alla fine del soggiorno è stato rivolto un collettivo sincero grazie a Marisa per il suo instancabile impegno e al “super cuoco” Pino che ancora una volta ha saputo stupire con i suoi sempre vari e graditissimi menu.

Prima della partenza, per il rientro a Trieste, sono stati tanti i calorosi abbracci con un arrivederci al prossimo anno.

Roberto Denti di Piraino

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