Nei prossimi giorni la Chiesa di Trieste vivrà un particolare momento che, essendo di una certa rilevanza in quanto mai accaduto prima d’ora, avrà una sua celebrazione: saranno donati alla Chiesa istriana – la Diocesi di Parenzo e Pola – i resti mortali del vescovo Giorgio Juraj Dobrila. Un evento che, al di là del suo significato storico, vuole essere un gesto di amicizia, di fraternità, di dialogo tra Chiese sorelle che, pur collocate l’una accanto all’altra, per troppi anni si sono reciprocamente ignorate, nonostante la storia, per secoli, le aveva fatte prossime.
Ma chi era questo Vescovo croato? E come mai era stato sepolto a Trieste, nel Campo 9 del cimitero di Sant’Anna, il campo nel quale riposano i sacerdoti defunti? Giorgio Jurtaj Dobrila era nato il 6 agosto 1812 nel villaggio di Veli Jezeni, vicino ad Antignana (Tinjan), poco distante da Pisino, un territorio che, dal punto di vista ecclesiastico, apparteneva alla allora Diocesi di Trieste e Capodistria. Fece gli studi teologici nel Seminario centrale di Gorizia e l’11 settembre 1837 venne ordinato sacerdote nella Cattedrale di San Giusto. Nella Diocesi ebbe vari incarichi tra i quali quello di rettore del Convitto diocesano dove vivevano i seminaristi e per diversi anni parroco di San Giusto fino alla nomina, nel 1857, a Vescovo di Parenzo e Pola. Qui rimase fino all’agosto 1875 quando venne nominato Vescovo di Trieste e Capodistria; a Trieste rimase fino alla sua morte che avvenne il 13 gennaio 1882.
Il ministero del Vescovo Dobrila fu caratterizzato soprattutto dal suo impegno per la rinascita nazionale croata dell’Istria durante l’Impero Austriaco, promovendo i diritti degli slavi del sud (sloveni e croati) e partecipando in modo attivo alla vita politica e culturale della regione. Di particolare interesse resta il libro di preghiere in croato Oče, budi volja tvoja (Padre, sia fatta la Tua volontà), che venne pubblicato in ben tre edizioni. Ancora, di un certo interesse è la sua partecipazione nel 1870 al Concilio Vaticano I, sostenendo le posizioni del Vescovo Josip Strossmayer contrario all’approvazione del dogma dell’infallibilità del Papa.
La richiesta della traslazione dei resti del Vescovo Dobrila risale al maggio 2011 quando diversi suoi pronipoti chiesero alla Diocesi di Parenzo e Pola di esaudire il loro desiderio di poter accogliere le sue spoglie nella chiesetta di Skriljinama, dedicata di alla Madre di Dio, come forse anche lo stesso Vescovo sembra avrebbe desiderato. Da subito la Diocesi di Parenzo e Pola si attivò verso quella di Trieste, indicando la Basilica Eufrasiana di Parenzo, Chiesa Cattedrale della Diocesi, come dimora definitiva delle spoglie del Vescovo Dobrila.
Probabilmente allora i tempi non erano ancora maturi per realizzare questo desiderio, che andava valutato e capito in tutti i suoi diversi aspetti. Sì, perché la figura di questo Vescovo riveste una grande importanza, non solo per la Chiesa istriana, ma per tutta la società di quella regione e per la Croazia intera. Non va dimenticato infatti che a questo Vescovo sono dedicate vie e piazze in diverse città, a lui è intitolata l’Università di Pola e, su alcune monete in circolazione in Croazia prima dell’euro, era apparsa la sua effigie, a dire il grande interesse e la popolarità per questa figura.
Poi, in tempi più recenti, la richiesta rivolta alla nostra Diocesi fu ripresentata e, dopo il complesso iter per l’ottenimento di tutte le autorizzazioni, sia a Trieste che in Istria, ha trovato finalmente positiva accoglienza, nella condivisione dei rispettivi Vescovi di dare un giusto risalto a questo evento.
Così il prossimo 12 dicembre, dopo l’avvenuta esumazione dei resti, alle ore 18 nella Cattedrale di San Giusto ci sarà una solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo di Parenzo e Pola mons. Ivan Štironja che spiegherà ai fedeli presenti l’importanza per la sua Chiesa del gesto di restituzione di quei resti. Successivamente, il 13 gennaio del prossimo anno, giorno anniversario della morte del Vescovo Dobrila, nella Basilica Eufrasiana di Parenzo, ci sarà un’altra solenne concelebrazione che suggellerà il gesto di fraternità e di vicinanza delle nostre due Chiese sorelle.
Mario Ravalico

Foto in evidenza: da un ritratto presente nella Sala dei Vescovi della Curia vescovile di Trieste
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