Pellegrini sui sentieri delle sofferenze storiche

La Diocesi di Fiume celebra 100 anni con Zuppi a Tersatto e giornata sacerdotale a Trieste. Un cammino di riconciliazione, fede e fraternità tra i popoli.

Il 14 giugno scorso, festa del patrono San Vito, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e inviato speciale del Papa, presso il Santuario della Vergine di Tersatto, la Diocesi di Fiume- Rijeka ha festeggiato i 100 anni dalla sua fondazione. A concelebrare il nunzio apostolico in Croazia, mons. Giorgio Lingua, il presidente della Conferenza episcopale croata, mons. Drazen Kutlesa, arcivescovo di Zagabria, il card. Josip Bozanic, il vescovo di Fiume, mons. Mate Uzinic, come anche numerosi presuli da tutta la Croazia, da Bosnia-Erzegovina, dal Montenegro, dalla Slovenia e dalla Serbia.

Forte l’invito di Zuppi all’unità, alla gratitudine e alla fiducia, atteggiamenti tanto più importanti in un tempo come quello attuale in cui divisioni e difficoltà non mancano. Senza dimenticare l’importanza di testimoniare la bellezza della comunione “che ci libera dall’individualismo che ci riduce a consumatori o a realtà chiuse e autosufficienti”. Ricordando, quindi, le dolorose vicende del passato, il Cardinale ha sottolineato come la “purificare la memoria non significa dimenticare, ma riconoscere in ogni persona un fratello, non un nemico”. E ha elogiato la chiesa fiumana “per la sua secolare testimonianza di fede, in particolare coloro che, con la loro vita, le loro azioni quotidiane o il loro martirio, sono stati “scintille d’amore che illuminano la notte”.

A completamento dei festeggiamenti, il 30 giugno, una delegazione di presbiteri della Diocesi di Fiume-Rijeka, guidata dal suo Arcivescovo, monsignor Mate Uzinić, è giunta in visita a Trieste, nella Cattedrale di San Giusto dove ha celebrato una Santa Messa. Nel suo saluto il presule di Fiume, nel ringraziare il Vescovo Enrico Trevisi per l’ospitalità e l’accoglienza, ha sottolineato come “il pellegrinaggio di speranza in occasione del centenario dell’erezione della diocesi di Fiume” sia un modo per camminare “sui sentieri delle sofferenze storiche con memoria riconciliata e amore devoto, al fine di proseguire la nostra missione”. Particolarmente onorato di poter visitare la Cattedrale di San Giusto “dove riposano le spoglie del nostro secondo Vescovo e Vescovo di questa particolare Chiesa di Trieste, Arcivescovo monsignor Antonio Santin”, monsignor Uzinić ha proseguito dicendo che “sebbene alcune sue decisioni a Fiume abbiano suscitato polemiche, oggi, in qualità di membri del presbiterio da lui guidato, gli esprimiamo gratitudine per il suo fedele ministero pastorale in tempi tanto complessi e per la nostra giovane e multinazionale Diocesi di Fiume. Vogliamo imparare dal suo esempio come affrontare oggi sfide analoghe, i crescenti populismi e nazionalismi che, in aree di confine come le nostre diocesi, spesso alimentano sfiducia e tensioni”. Infine, monsignor Uzinić ha espresso l’auspicio di saper trovare come “pellegrini di speranza” la via del perdono e della riconciliazione “insieme, mano nella mano, con Dio e gli uni con gli altri, senza esclusioni, senza paure, senza divisioni” invitando, poi, il Vescovo Trevisi a “confermare con la Sua Parola Pastorale questo cammino di comunione”.

Da parte sua il Vescovo Enrico, dopo aver ringraziato monsignor Uzinić e il suo presbiterio per il pellegrinaggio a Trieste, ha sottolineato come le terre di Trieste e Fiume abbiano “molto sofferto, ma noi oggi abbiamo la chiamata, la vocazione a dire ad altri popoli e ad altre terre che sono possibili cammini di stima e reciproca e di riconciliazione. Purtroppo anche come Chiese ci siamo lasciati condizionare dai nazionalismi e dalle ideologie. Ora però sappiamo che siamo chiamati a vivere il Vangelo anche dentro le differenze, senza pretendere omologazioni. Talvolta non è facile individuare le strade giuste. Non lo è stato per mons. Antonio Santin, non lo è anche per noi. Su certe posizioni magari nel passato si è sbagliato e così anche noi oggi possiamo non trovare subito la strada giusta. Questo ci rende umili nella ricerca, ma forti nel voler vivere il Vangelo”. E dopo un excursus storico sulla Cattedrale ha proseguito affermando: “Questa Cattedrale è un’armonia delle differenze: le colonne di destra non sono alte come quelle di sinistra; da una parte abbiamo un cupola e dall’altra no; le colonne non sono simmetriche. Questa armonia delle differenze deve ispirare anche il nostro essere Chiesa. Siamo radicati nel Vangelo ma rispettiamo le differenze dei nostri popoli. Se talvolta come chiese ci siamo lasciati condizionare dai nazionalismi ora abbiamo il compito di mostre come il Vangelo ci ispira a costruire una fraternità tra i popoli che è rispettosa dell’originalità di ciascuno. Insieme camminiamo, come pellegrini di speranza, in questa missione di fraternità che ci è affidata dal Signore”. Infine, ha espresso la speranza di poter ricambiare, a propria volta, la visita alla diocesi di Fiume-Rijeka.

Luisa Pozzar

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