EDITORIALE n. 131 - Domenicale di San Giusto

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Festa del Ss. Corpo e Sangue di Cristo

“Era venuto perché tutti avessero la vita e l’avessero in abbondanza” (Gv 10, 10).

Con l’Eucarestia Gesù mantiene la parola: “Chi mangia di questo pane, vivrà in eterno” (Gv 6, 51).

L’Eucarestia è tutto il Cristo vivente, presente e operante in noi. Essa attualizza il sacrificio della croce e, nella Comunione, dà il cibo soprannaturale che alimenta e corrobora la vita del credente. L’Eucarestia dimostra che il Signore si è fatto “pane” che nutre, perché tutti hanno bisogno di questo pane per vivere spiritualmente. Cristo stesso ci invita a Lui: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, ed io vi ristorerò” (Mt 11, 24). Ci ristora perché l’Eucarestia fa di noi un cuor solo e un’anima sola, porta il cielo sulla terra, mette Dio negli uomini, gli uomini in Dio; ci conforta nelle quotidiane sofferenze, ci rinnova, ci ringiovanisce, ci divinizza. È stato emozionante salire il colle da San Giacomo a San Giusto, tanta gente che pregava e accompagnava Gesù, o meglio era Gesù che accompagnava noi. Ecco la partecipazione Sua e nostra. Questo ritorno all’Eucarestia che dà immediatamente il richiamo alla partecipazione alla Santa Messa, alla visita adorante al Gesù nel tabernacolo, all’adorazione pubblica e privata eucaristica, ma soprattutto è l’impegno che ci dobbiamo prendere per divenire anime eucaristiche. “Daremo così alla nostra fede l’espressione più alta alla Chiesa, alla sua genuina vitalità, alle nostre anime, la scuola è l’alimento della nostra santificazione e al mondo il segreto della sua unità e della sua pace”, come disse Papa Paolo VI il 31 maggio 1972. La sera del tradimento fu anche quella del più gran dono d’amore. Anche San Paolo, nel suo racconto, annota con cura che il grande regalo dell’Eucarestia è stato fatto da Gesù proprio “nella notte in cui venne tradito” (1 Cor 11, 23). Accettazione o rifiuto, Gesù si lascia consegnare e questo può essere positivo e negativo: può essere negativo come quando Egli fu consegnato ai suoi nemici e perché patì tante sofferenze: l’ingratitudine e l’infedeltà; ma è anche quella di consegnarsi per il bene a noi che a volte ci facciamo trascinare, ma non ci consegniamo a Lui come amici. È stato bellissimo vivere l’esperienza della processione del Corpus Domini. Nonostante la nostra fragilità noi siamo e restiamo di Cristo. Egli è il cibo eucaristico di cui noi ci nutriamo e per cui possiamo vivere, non più smarriti, ma radunati intorno a Lui, all’Eucarestia, come pecore non smarrite e impaurite ma amate e guidate dal pastore. È la presenza del Signore che diviene sacrificio redentivo perennemente efficace. Nessuno andrà perduto, nessuno ci rapirà perché noi siamo nella Sua mano. Ecco come mi sono sentito, accompagnandolo per le strade della nostra città di Trieste.

O Gesù, sacerdote vero ed eterno, che nell’Eucarestia ci nutri e ci santifichi, riuniscici nell’unica fende e nell’unica carità, porta pace all’intera umanità diffusa su tutta la terra, fa che tutti un giorno possiamo nutrirci con l’unico pane di vita per formare un cuor solo e un’anima sola con te. Amen


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