La salute mentale sul posto di lavoro

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La Giornata Mondiale della Salute Mentale 2024 celebrata il 10 ottobre scorso

Il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale 2024. Il tema per il 2024 è: “La salute mentale sul posto di lavoro”. In questo articolo desidero mettere in evidenza l’importanza della salute mentale, sul posto di lavoro, degli operatori sanitari preposti a prendersi cura della salute mentale delle persone sofferenti.

La definizione di “Salute Mentale” secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è la seguente: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità”. La salute mentale, in particolare, può essere influenzata da diversi fattori socio-economici, sui quali è necessario agire con strategie globali di promozione, prevenzione, trattamento e recovery in un approccio di government globale.

Constatiamo in questi ultimi anni la comune necessità  di far crescere la consapevolezza tale tema, coordinando e indirizzando il più possibile le iniziative in campo, nella convinzione che ridurre l’ansia ed i disturbi psichici, nonché combattere la sensazione di isolamento, ed emarginazione, sia di primaria importanza  per preservare quel benessere che costituisce il nostro capitale sociale più importante.

Ricordare chi soffre di un problema di salute mentale è un atto di sensibilità emotiva doveroso e civico, ma dobbiamo tener presente anche i medici e tutte le altre figure sociosanitarie che lavorano nei Dipartimenti di Salute Mentale o nel filone privatistico.

Il personale sanitario lancia un appello per avere ambienti di lavoro più sani e sicuri sia per i pazienti, la cui psiche è messa a dura prova da ambienti di lavoro stressanti e ostili, sia per sé stessi che, a causa dei doppi o tripli turni, operano spesso in condizioni di scarsa sicurezza. Inoltre il personale sanitario vive il crescente timore di rivalse legali, purcontinuando a lavorare strenuamente al fine di fronteggiare la molteplicità di richieste d’aiuto che arrivano quotidianamente.

Le condizioni di lavoro dei medici inoltre sono caratterizzate da forte stress e da una sensazione di precariato, a cui talora si associano i pregiudizi, le discriminazioni e le molestie che possono comportare gravi rischi per la salute mentale.

Come ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, con il 60% della popolazione mondiale al lavoro, il 15% della quale affetta da un disturbo mentale, è necessaria un’azione urgente per ridurre lo stigma sul posto di lavoro attraverso la consapevolezza e la formazione al fine di creare un ambiente di lavoro più sano e inclusivo che protegga e supporti attivamente la salute mentale degli operatori e degli assistiti.

Va considerato come lo stigma crei una barriera all’occupazione e le persone affette da gravi disturbi mentali siano in gran parte escluse dal mondo del lavoro o impiegate in attività poco retribuite o insicure, spesso prive di tutele adeguate.

In un decennio, date le ricerche sul territorio, si sono visti quintuplicare i casi di molte patologie psichiatriche, soprattutto tra i più giovani e le categorie più fragili. I giovani e le donne sono i soggetti che hanno pagato il prezzo più alto, specialmente dopo il lockdown. L’Italia si è trovata a lottare ad armi impari con una società in cambiamento repentino, con sempre meno risorse finanziarie, meno strutture pubbliche e sempre meno personale, che abbandona i dipartimenti per mancanza di sicurezza e di certezza professionale.

Il disturbo mentale è inteso, per una persona, come una sindrome caratterizzata da significativi problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni, o del comportamento,  con riflessi sulla disfunzione dei processi psicologici, biologici o dello sviluppo che costituiscono il funzionamento mentale. I disturbi mentali sono generalmente accompagnati da sofferenza o difficoltà nelle abilità sociali, occupazionali e altre attività significative (DSM- 5, 2013. Manuale internazionale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association, utilizzato per le categorie diagnostiche anche in Italia).

I determinanti della salute mentale e dei disturbi mentali includono non solo caratteristiche individuali come la capacità di gestire i propri pensieri, le emozioni, i comportamenti e le relazioni con gli altri, ma anche fattori sociali, culturali, economici, politici e ambientali, tra cui le politiche adottate a livello nazionale, la protezione sociale, lo standard di vita, le condizioni lavorative e il supporto sociale offerto dalla comunità. L’esposizione alle avversità, sin dalla tenera età, rappresenta un fattore di rischio per i disturbi mentali ormai riconosciuta e che si può prevenire. Le persone con disturbi mentali sperimentano tassi di disabilità e di mortalità più elevati rispetto alla media. Spesso i disturbi mentali influiscono su altre malattie, come il cancro, le malattie cardiovascolari e l’infezione da HIV/AIDS, e sono a loro volta influenzate da queste. È stato dimostrato, ad esempio, che la depressione può causare una predisposizione all’infarto del miocardio e al diabete, i quali, a loro volta, aumentano il rischio d’insorgenza di una depressione. Numerosi fattori di rischio, come una modesta condizione socioeconomica, l’alcolismo e lo stress si riscontrano comunemente sia nei disturbi mentali che in altre malattie non trasmissibili. Si è constatato inoltre che spesso i disturbi mentali si accompagnano ai disturbi da uso di sostanze psicoattive. I disturbi mentali fanno spesso precipitare gli individui e le loro famiglie in una condizione di povertà. La perdita della casa e la detenzione inappropriata è molto più frequente nelle persone con disturbi mentali che nella popolazione generale, e aggravano ulteriormente la loro condizione di emarginazione e la loro vulnerabilità.

La pandemia da COVID-19 ha avuto un forte impatto sulla salute mentale delle persone. Alcuni gruppi, tra cui operatori sanitari e altri lavoratori in prima linea, studenti, persone che vivono da sole, soggetti vulnerabili (tra i quali i detenuti e i migranti) e persone con disturbi di salute mentale preesistenti, sono stati particolarmente colpiti. In molti paesi, oltre all’effetto deleterio che le misure di contenimento del COVID-19 sembrano aver avuto sulla salute mentale della popolazione, la crisi ha aumentato alcuni tra i principali fattori di rischio per le malattie mentali quali la disoccupazione, l’insicurezza finanziaria, la povertà. In aggiunta a ciò, i servizi sanitari dedicati ai disturbi mentali, neurologici e all’uso di sostanze sono stati significativamente rallentati e in molti casi interrotti.

In tale contesto sono però presenti motivi di ottimismo. Il peggioramento dello stato di salute mentale della popolazione nel corso del 2020-21 ha reso le prestazioni del sistema di salute mentale più importanti rispetto il passato. Durante l’Assemblea mondiale della sanità nel maggio 2021, i governi di tutto il mondo hanno riconosciuto la necessità di aumentare i servizi di salute mentale di qualità a tutti i livelli. Alcuni paesi hanno trovato nuovi modi per fornire assistenza sanitaria mentale alle loro popolazioni. Secondo il World Mental Health Day Report di Ipsos, la maggior parte delle persone dedica molta attenzione al proprio benessere complessivo. In particolare, il 60% degli intervistati (sia in Italia, sia a livello internazionale) pensa al proprio benessere mentale, mentre il 72% a livello internazionale (quota che in Italia è pari all’80%) si concentra sul proprio benessere fisico. Tuttavia queste opinioni non si riflettono sulla percezione di come il sistema sanitario attuale tratti la salute mentale e fisica. Il 10% degli italiani pensa che alla salute mentale sia data priorità, mentre quasi la metà (46%) sostiene che il sistema sanitario si concentri principalmente sulla salute fisica.

Voglio ricordare in conclusione che il D. Lgs 81/2008 stabilisce le regole e le procedure preventive da adottare per rendere più sicuri i luoghi di lavoro, quali essi siano. Abbiamo quindi le regole, ma non sempre ci sono gli strumenti per applicarle o farle rispettare. È necessaria più attenzione civica. Personalmente, come libera professionista sono tenuta dal mio Ordine Nazionale alla formazione continua e alla supervisione, proprio in virtù del fatto di mantenere la mia salute mentale e psicofisica in equilibrio, per poter operare al meglio con i pazienti. Tali regole valgono anche per chi opera nel servizio pubblico.

Dr.ssa Giulia della Torre di Valsassina
Psicologa Psicoterapeuta


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