Una figura sconosciuta ai più, ma importante per il suo ruolo storico e per il fatto di essere, di fatto, l’ultimo imperatore di quella grande realtà quasi millenaria, l’Austria: l’Impero d’Austria, poi Austria e Ungheria. Stiamo parlando di Carlo I d’Asburgo.
Chi è, essenzialmente, Carlo I?
Nasce il 17 agosto del 1887, in Bassa Austria.
È figlio dell’Arciduca Otto, detto anche il “Bell’Arciduca” e sua madre è Maria Giuseppina di Sassonia. Suo nonno è Carlo Ludovico, fratello dell’imperatore Francesco Giuseppe. È una nascita che sicuramente fa piacere: è un maschio, e i maschi fanno piacere nelle famiglie reali, soprattutto nella famiglia degli Asburgo, perché significano continuità.
C’era sempre bisogno di sicurezza, anche se nessuno in Austria, in quel mese di agosto, festeggiò particolarmente questa nascita, perché Carlo era il sesto nella linea di successione, il sesto che avrebbe potuto ereditare, di fatto, il trono.
Prima di lui c’erano suo padre, suo zio Francesco Ferdinando, suo nonno, l’imperatore e, soprattutto, il figlio dell’imperatore, Rodolfo. Quindi, agli occhi dei presenti, delle persone che vivevano allora in Austria e nell’impero, sembrava improbabile che Carlo potesse ereditare davvero: era l’ultimo, l’ultimo arrivato.
L’Austria, l’Impero Austro-Ungarico, richiede una piccola analisi e comprensione.
Al tempo regnava Francesco Giuseppe e, se si potesse definire il suo regno con un termine efficace, quello più corretto sarebbe “immobilismo”. In realtà, qualche riforma c’era stata, ma l’Austria era un Paese legato al passato: era un Paese fortemente cattolico, fortemente tradizionalista e legato alle antiche leggi familiari.
Vienna, la grande capitale, il luogo di massimo splendore degli Asburgo, la città per eccellenza della Belle Époque, simbolo di stabilità e ricchezza; Budapest, Praga, e poi il resto del Paese ancora legato a tradizioni quasi medievali, nelle campagne della Transilvania, in Croazia, in Galizia. Non parliamo della Bosnia-Erzegovina e di Sarajevo, zone provinciali. L’impero era multietnico: molti erano i popoli che vivevano all’interno dei domini degli Asburgo e spesso non andavano d’accordo tra loro. Gli Ungheresi non andavano d’accordo con i Croati, gli Austriaci di origine tedesca non andavano d’accordo con i Boemi…
Giusto per citare un aneddoto di quel tempo: verso la fine dell’800 e l’inizio del ’900 si avvicinava alla politica anche un italiano, poco conosciuto, trentino, che in futuro avrà grande importanza, Alcide De Gasperi.
Ma torniamo al nostro Carlo. Carlo nasce in una famiglia amorevole.
Suo padre Otto è un padre di famiglia, mentre sua madre, Maria di Sassonia, è una fervente cattolica. Papa Benedetto XV la definì una santa. Qualcuno potrebbe chiedersi come mai, in Sassonia, terra di tradizione protestante, la famiglia fosse cattolica. Ebbene, va detto che i principi elettori di Sassonia avevano ereditato anche il titolo di re di Polonia, e la cattolica Polonia non poteva accettare un re protestante. Per questo la famiglia reale divenne cattolica e l’insegnamento pontificio rimase nel cuore della famiglia. La madre trasmise questa eredità al figlio che rifiutò sempre l’odio e la violenza, seguendo gli insegnamenti di Cristo. Paradossalmente, Carlo si trovò ad essere in contrasto con la realtà tedesca protestante rappresentata da un’altra famiglia, quella degli Hohenzollern, di cui faceva parte Guglielmo II che, a differenza dei Sassoni, non condivideva la religione del proprio popolo: era calvinista e non luterano. È certo quindi che la famiglia di Carlo lo amava molto.
Aveva un’istitutrice irlandese. Si racconta che un giorno la governante venne rimproverata, perché il giovane arciduca aveva donato le sue camicie ai poveri. Un altro aneddoto famoso è quello in cui Carlo, da bambino, voleva lavorare con i giardinieri per guadagnare qualche soldo da donare ai bisognosi. Fin da piccolo, Carlo si dimostrò volenteroso nell’aiutare e sostenere chi aveva più bisogno. Ricevette un’istruzione classica, umanistica, diversa quindi dalla tradizione tedesca teutonica, militarista, ispirata al Secondo Reich. E questo per molti anni, fino a quando Carlo tentò di ottenere la maturità classica, ma Francesco Giuseppe glielo impedì: un Asburgo non poteva essere uguale agli altri, non poteva essere allo stesso livello dei suoi sudditi. E così Carlo intraprese la carriera militare. Ironia della sorte, negli anni successivi Carlo si avvicinerà sempre di più al trono. Rodolfo, il figlio dell’imperatore, morì suicida.
Anche il nonno di Carlo morì. Il 1° novembre 1906, mentre Carlo si trovava casualmente alla stazione di Milano, ricevette la notizia della morte anche di suo padre, Otto.
A quel punto, l’unico step che lo separava dal trono era lo zio, Francesco Ferdinando.
Tuttavia, in mezzo a tutte queste “disgrazie”, accadde un evento lieto per Carlo: l’incontro con Zita, Zita di Borbone-Parma.
Don Marco Eugenio Brusutti
Immagine dal sito www.causesanti.va