Angeli e missionari

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quadro raffaello
Siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti.

Il mese di ottobre è il mese dedicato agli angeli e ai missionari: il 2 ottobre, infatti, ricorre la festa degli Angeli, inoltre, il 20 ottobre ricorre la Giornata Missionaria Mondiale.
La festa degli Angeli Custodi fu istituita da Papa Clemente X nel 1670. La loro esistenza è un dogma di fede, definito più volte in maniera solenne. Il termine ἄγγελος” deriva dal greco e vuol dire “messaggero”. La Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio; da essi dipende una scienza propria, detta “angelologia”, su cui i Padri della Chiesa e i teologi hanno elaborato varie argomentazioni e interpretazioni.

Dalla prima pagina della Bibbia, a partire dai “cherubini dalla spada sfolgorante”, angeli posti a difesa del giardino dell’Eden (Gen 3,24), fino al grande coro angelico dell’Apocalisse, la Sacra Scrittura è tutta animata da queste figure, sovrumane ma non divine, chiamate in ebraico “mal’akh”. In molti casi, essi sono proprio la “Parola di Dio”, la Sua Parola, la Sua azione, proprio come un ambasciatore che parla in nome di qualcun altro.
Sono giovani e sono anziani, gli angeli, come colui che accompagna Tobia da Ninive a Ecbatana, l’angelo Raffaele (Tob 5,4,) che si cela sotto il nome di Azaria.
Nel secolo II a.C., sotto l’oppressione siro-ellenistica, re Seleuco IV Filopatore aveva chiesto al generale Eliodoro di prelevare tutto il tesoro del Tempio di Gerusalemme.
All’improvviso compaiono due giovani, splendidi per bellezza, che cacciano il generale; questi due giovani sono proprio due angeli.
È bellissimo l’affresco di Raffaello, che parla proprio di questo episodio.

Raphael, Public domain, via Wikimedia Commons

Nel Vangelo, scrive Balthazar, “gli angeli circondano l’intera vita di Gesù, appaiano nel presepe come splendore della discesa di Dio in mezzo a noi; riappaiono nella Resurrezione e nell’Ascensione con splendore dell’ascesa in Dio”. L’evangelista Marco ci parla di un angelo all’alba di Pasqua. L’evangelista Matteo lo definisce “creatura angelica”, mentre l’evangelista Luca ci parla di “due uomini in abito sfolgorante”, che annunciano la Resurrezione.

Gli angeli vengono in soccorso per guidarci, proteggerci e accompagnarci nella via del bene.
Ci sono altri angeli che noi, popolarmente, definiamo tali e sono quelle persone che aiutano disinteressatamente, che soccorrono, che”si prendono cura” del prossimo.
Potremmo definire “angeli” i nostri missionari, che in tutto il mondo – anche in Europa – evangelizzano, soccorrono, sostengono, sviluppano, educano, ma anche piangono, abbracciano vivono, difendono.

Introduciamo così la 98° Giornata Missionaria Mondiale, dal tema “Andate e invitate al banchetto tutti”.
L’invito è questo: “Mentre intraprendiamo questo viaggio insieme, vi chiediamo di non essere solo spettatori, ma partecipanti attivi a questa missione”. È più di un invito: è un accorato appello, che ci richiama a celebrare in ogni comunità un dialogo, una testimonianza, un impegno ad accogliere per primi “i nostri fratelli e sorelle dai margini della società”.
Tutto questo, possiamo dire, si riassume nell’andare ad annunciare il Vangelo, ciò che hanno detto e fatto gli angeli biblici, vera voce di Dio, vero sguardo di Dio, vera azione di Dio.
Così i nostri fratelli, impegnati nell’attività missionaria, diventano “angeli soccorritori”, che annunciano con lo sguardo, con la parola e con le opere l’amore di Dio, la vita di Dio. Andare ed annunciare il Vangelo è la missione che Gesù ci ha affidato: un compito gravoso, che le Pontificie Opere Missionarie – ma che, in maniera diversa e sempre nuova, anche ogni altra realtà di Chiesa, sia essa particolare o sorella, ma anche il fedele ogni Credo e di ogni altra Fede che vive l’esperienza dell’Amore gratuito e disinteressato – realizza, a volte con sacrifici enormi, con sofferenze e dolori, ma traendone grandi frutti spirituali.

Il presidente delle Pontificie Opere Missionarie, mons. Emilio Nappa, ha dichiarato: “evangelizzare è veramente calarsi nella cultura dell’altro, per scoprire insieme i valori del Vangelo”.
In un momento, in cui la Chiesa cattolica vive l’esperienza della sinodalità, la storia e l’esperienza degli angeli, ma oggi diremmo con ancor più forza l’esperienza e le opere dei missionari, ci riconducono tutti all’Amore di quel Dio creatore che tutto vede, tutto conosce, tutto ama, tutto spera.
Anche noi diventiamo artefici di questo amore cosmico, che discende dagli angeli e che è raccontato da questi angeli in terra” che vivono l’esperienza d’amore del Vangelo.

don Marco Eugenio Brusutti


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