Famiglia di famiglie – Una testimonianza concreta

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bethseda padova
Alla Settimana Sociale di Trieste era presente la Comunità Bethesda di Padova, Presentiamo il raccontato di una “buona pratica”: vivere in una “famiglia di famiglie”, come una “Chiesa domestica”.

Nel sito delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia è stato pubblicato il 21 ottobre 2024 un articolo di cui riportiamo uno stralcio, demandando la lettura dell’articolo intero alla consultazione del sito presso il seguente indirizzo: www.settimanesociali.it/news/famiglie-di-famiglie-la-storia-di-partecipazione-della-comunita-bethesda-di-padova

La scelta di pubblicare l’articolo citato discende dal desiderio di rendere sempre più diffusa la conoscenza delle iniziative che si intraprendono in ambito ecclesiale e sociale.

La Redazione


 

Alla Settimana Sociale di Trieste, Luana De Martin, membro della Comunità Bethesda di Padova, ha raccontato con la sua “buona pratica” una scelta coraggiosa e controcorrente: vivere in una “famiglia di famiglie”, come una “Chiesa domestica” che sfida il crescente individualismo della società moderna. Si tratta di un’esperienza nata dalla necessità di rispondere alle varie forme di solitudine che spesso caratterizzano la vita contemporanea: “L’unione e lo stare insieme ci aiutano a vivere una quotidianità più ricca e autentica”. Questa scelta di vita, però, non è priva di sacrifici. La comunità Bethesda, ad esempio, è composta da persone che si sono unite per condividere non solo il proprio percorso spirituale, ma anche i piccoli gesti quotidiani e i servizi verso il prossimo.

La “famiglia di famiglie” è un progetto che affonda le sue radici in un sogno, ma anche in un bisogno concreto: quello di creare un ambiente che renda possibile una pratica della fede autentica e costante, senza essere sommersi dalle distrazioni della vita moderna. […]

Bethesda non è solo un luogo di incontro spirituale: offre anche accoglienza a chi si trova in situazioni di difficoltà. Tra le iniziative della comunità, infatti, c’è l’ospitalità verso mamme con bambini, che trovano in questo contesto un rifugio temporaneo e il sostegno di una famiglia allargata: “Abbiamo pensato che unendoci avremmo potuto fare sia l’una che l’altra cosa, quindi sia il servizio – nel nostro caso, oltre all’accoglienza di gruppi, accogliamo una mamma con bambino – sia la condivisione di un cammino di fede”. […]

La comunità ha dovuto superare non pochi ostacoli burocratici per realizzare questo progetto e continua a lottare contro le complessità amministrative che spesso scoraggiano iniziative simili: “Mi auguro – ha concluso – che pian piano si riesca a costruire sempre più una vita basata sulla relazione piuttosto che sulla solitudine, sulla fatica”.

Andrea Canton


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