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Il 17 dicembre 2023 moriva Maria Susovsky, musicista appassionata e insegnante brillante di tante generazioni di musicisti triestini e non solo. Si è diplomata in Pianoforte presso il Conservatorio Tartini, studiando prima con Giorgio Vidusso e successivamente con Maureen Jones. Ha studiato poi Composizione e Direzione corale con Bruno Cervenca. Ha fondato e diretto il Coro giovanile della Città di Trieste. Molti sono stati i concerti e le varie tournée che hanno valso anche molti premi al coro. Nel 1993 ha fondato il Coro da camera dell’Accademia di musica e canto corale di Trieste, con il quale ha effettuato una tournée in Mongolia esibendosi al Teatro Nazionale della capitale Ulaanbataar (Ulàn Batór) e partecipando alla prima S. Messa in lingua italiana celebrata al Centro della Pace davanti al Nunzio Apostolico di Seul.
Il nome di Maria, però, è legato prima di tutto – e soprattutto direi – alle voci bianche. Specializzatasi con il Maestro Zahari Mednikarov (Bulgaria), ha diretto dal 1976 al 2014 il Coro di voci bianche I Piccoli Cantori della città di Trieste con il quale ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali (Neerpelt, Prato, Arezzo, Nantes, Bratislava, Llangollen) e svolto un’intensa attività concertistica in tutta Europa. È stata più volte invitata a convegni, trasmissioni radiofoniche ed a tenere corsi di aggiornamento sulla Didattica della musica. Ha inciso CD e registrato per la RAI nazionale, Radio TV Capodistria, Radio TV Ljubjana, Radio TV Belga e Olandese. Ha collaborato per moltissimi anni in qualità di Maestro del coro di voci bianche alle stagioni liriche e sinfoniche del Teatro “G. Verdi” di Trieste, sotto la direzione di vari maestri quali: Oren, Severini, Kovatchev, Bestini, De Bernard, Renzetti, ecc. Nel 1998 ha collaborato con il Maestro Anton Nanút per la prima esecuzione assoluta della Cantata della natività del Signore del compositore friulano Gino Michelazzi, con l’Orchestra Filarmonica di Udine. Numerosi compositori contemporanei hanno scritto e dedicato le loro composizioni a lei ed al suo coro di voci bianche.
Per molti anni si è dedicata all’insegnamento presso il Conservatorio Tartini, di cui è stata anche vicedirettore.
Nel 2001 in occasione del concerto celebrativo per i 25 anni di attività dei Piccoli Cantori della città di Trieste alla Sala Tripcovich, ha ricevuto dal Comune di Trieste il Sigillo trecentesco della città per la sua attività artistica e didattica.
Di particolare valore è stata la nomina a Cavaliere della Repubblica Italiana ricevuta nel 2019 dal Presidente Sergio Mattarella per meriti artistici e didattici in campo musicale e corale.
Una vita non si può riassumere sicuramente in un curriculum, ma questo può fare da sintesi degli interessi e dell’impegno di una persona, anche di una vocazione come quella artistica e didattica di Maria.
Un anno fa, in occasione del funerale, si è toccato con mano quanti cuori Maria abbia toccato: colleghi, amici e soprattutto ex studenti. La vibrazione di affetto e di amore che è emersa soprattutto nel brano corale che ha accompagnato la conclusione della celebrazione è stato un esempio di toccante riconoscenza dei tanti che hanno camminato con lei.
Ora la famiglia di Maria Susovsky vuol donare alla città un importante appuntamento per testimoniare la sua dedizione. «È stata un grande esempio di donna, artista, madre ed educatrice, ed ha lasciato un segno indelebile non solo nei familiari, ma anche in moltissime persone alle quali ha fatto tanto del bene; ha dedicato la sua vita ad avviare bambini, giovani e adulti alla bellezza della musica e del canto, trasmettendo a tutti la sua passione ed il suo sentire la musica in modo facile e naturale, perché il buon Dio le aveva dato questo grande dono».
Donna di fede profonda e semplice, ha servito la liturgia, soprattutto a San Giacomo, accanto a sacerdoti del calibro di mons. Mario Cosulich, don Matteo Fillini, don Elio Stefanuto e accanto al collega docente al Conservatorio don Pino Radole.
Chi scrive queste righe ha avuto prima di tutto la fortuna di avere Maria come insegnante e l’onore di presiedere il suo funerale. Posso testimoniare la passione di una donna che si è spesa per i più piccoli, donando quel nutrimento speciale che è la musica. E Maria è stata per me e per tanti un dono preziosissimo.
C’è una parte dell’anima nella quale solo la musica entra, una parte che solo la musica può educare, una parte che solo la musica può far vibrare. La musica raggiunge zone recondite di noi, zone anche segnate dal dolore e dalla sofferenza e vi porta sollievo. Educare i figli alla musica significa pensare al loro futuro, donare loro un’ancora di salvezza nei momenti difficili e una cetra per esprimere le gioie.
Se chi canta prega due volte, chi educa al canto – e alla musica – riceve il doppio di benedizione. Dagli uomini e da Dio.
don Lorenzo Magarelli