Marco Sofianopulo: maestro di musica, fede e umanità

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Ricordo del musicista triestino, tra il talento per la liturgia e l’impegno per il prossimo, a dieci anni dalla sua scomparsa.

10 anni fa concludeva l’avventura della vita terrena Marco Sofianopulo, organista prima e poi direttore della Cappella Civica della Cattedrale di San Giusto per ben ventotto anni e docente del Conservatorio Tartini.

Marco è stato un musicista ecclettico, molto legato alle sue origini greche e alla storia della sua famiglia, nonché un interprete attento della contemporaneità tramite la sua scrittura musicale.

Di particolare attualità la cantata “Pray for the peace of Jerusalem” per soprano, tenore, due cori ed orchestra che è stata eseguita nel decimo anniversario della sua morte. Riflettere sulla pace, soprattutto nella terra del Principe della Pace, è un dovere che Marco ha sentito di dover affidare al pentagramma, perché la preghiera sia elevata con tutto ciò che c’è di più nobile nell’uomo: la parola e la musica. Affidandosi alle parole dell’Antico Testamento, la sua musica è stata ancor più realmente come una preghiera.

La presenza numerosissima agli eventi che sono stati pensati per ricordare il decimo anniversario dalla morte è la prova che l’uomo Marco, prima del Maestro Sofianopuli, ha lasciato un segno nella vita di molti. Si sono così avverate le parole di Marco che ebbe a dire: «Dopo morto preferirei essere ricordato per aver cercato di voler bene al prossimo, piuttosto che per il talento musicale che mi è stato donato con così poco merito personale».

Un particolare e personale ricordo a testimonianza di un musicista che ha fatto della sua arte soprattutto una lode a Dio e un servizio per la liturgia: nella cornice del Grande Giubileo del 2000, con un gruppo di amici, fondammo il Centro di Formazione Liturgica, un itinerario articolato per far crescere la ministerialità laicale per la liturgia. Marco ne fu appassionato docente e saggio organizzatore. La vocazione dei musicisti per la liturgia: ministerialità, umiltà, competenza. Grazie, Marco, anche per questo.

Don Lorenzo Magarelli


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