Preghiera per la pace con Card. Zuppi 5 luglio 2024 - Domenicale di San Giusto

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Durante i giorni intensi della Settimana Sociale dei Cattolici, il Card.Zuppi ha accolto l’invito a presiedere la preghiera per la pace nella chiesa di Sant’Antonio Vecchio, dove la Comunità di Sant’Egidio si riunisce, ogni settimana, per la preghiera comune. Ricordando il legame con la Comunità, che lo ha visto crescere nella fede e nella carità a Roma fin dagli inizi, il Cardinale ha ricordato le tante guerre che devastano il nostro mondo, luoghi di tensione e violenza a volte sotto i riflettori, a volte completamente dimenticate dai media e dall’opinione pubblica. L’odio è sempre radice della guerra e viene coltivato a partire dal cuore degli uomini e delle donne, che lo lasciano entrare e non fanno niente per estirparlo o combatterlo. “Ci stiamo esercitando molto più nell’arte della guerra che in quella della pace. La guerra è il contrario della democrazia che è la difficile ma straordinaria arte del vivere insieme e del pensarsi insieme, tutela dei diritti fondamentali di libertà”. Proprio la democrazia è stata indicata come antidoto alla guerra, sottolineando l’importanza di mettere al centro la persona, i suoi bisogni e i suoi valori. Ciascuno di noi può fare molto, nessuno deve sentirsi piccolo o inadatto, c’è un bene comune da costruire a partire dai più deboli.

“Amare è perdere e dobbiamo donare per avere, regalare per possedere. Il cristiano non si accontenta della sua pace, ma la cerca per tutti”. Queste le parole di Zuppi che ci chiamano personalmente a riflettere e a cambiare prospettiva, perché come cristiani non possiamo restare indifferenti o avari, pigri o indolenti, ma siamo chiamati a donare e ad amare.

La preghiera, alla quale è stato presente anche il Vescovo Trevisi, ha visto una partecipazione numerosa e attenta. Tanti amici della Comunità, associazioni e movimenti, insieme a molti delegati, venuti da diverse Diocesi per partecipare alla Settimana Sociale si sono uniti all’invocazione di preghiera per la pace, dono da vivere prima di tutto nella nostra vita quotidianamente, consapevoli che “l’operatore di pace è in realtà beato già oggi, perché vive quella pace che verrà e che porta nel cuore”.

Valentina Colautti


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