Sono sempre affascinato dal tema sulla famiglia. La spiritualità del quotidiano vissuto, ogni giorno, da padri e madri che scelgono l’atteggiamento più coerente di fronte alla propria vita familiare con decisioni a volte drastiche, a volte miti. In questo grigiore, in questa mediocrità e, talvolta, in questa apatia verso la fede si percepisce il non senso, per molti, del quotidiano, un annebbiamento graduale dell’idea che Dio esista e ci ama. Un ostacolo alla fede, potremmo dire. La vita è sempre impegnativa, ruvida e ordinaria, dinamica. Già chiedersi se affrontare il tema della fede o meno è molto per alcuni, eppure l’aderenza alla vita spirituale è la stessa aderenza ai valori della vita: “educazione – formazione – coerenza alla verità”.
Ognuno di noi, attraverso le proprie conoscenze, la propria spiritualità, i propri valori, affronta la precarietà e la contraddizione della vita: i suoi limiti, le sue debolezze, ma anche i suoi successi e le sue capacità. E così si matura, così si educa anche la prole. La santità di vita è proprio anche questo: vivere secondo le proprie sensibilità, capacità, limitazioni la Parola di Dio che educa, forma ed è verità. Santità vuol dire costruire, giorno dopo giorno, la propria maturità umana, come Dio la sogna guardando il Figlio. Ecco perché i genitori devono guardare alla loro quotidianità di vita come il terreno dove far crescere la propria umanità che è anche la loro santità e quella dei loro figli. È proprio quella umanità vissuta da Gesù, il Figlio di Dio, figlio putativo di Giuseppe e figlio reale di Maria. In quella famiglia Gesù si è riconosciuto nella propria condizione umana, ma tutti e tre si sono sentiti abitati da Dio. Ed è proprio in quella loro umanità, in quella loro quotidianità il luogo dove è avvenuta la salvezza e l’incontro con Dio.
Il teologo Karl Rahner scriveva: “Il giorno feriale deve restare nell’ambito della fede, la scuola della sobrietà, l’esercizio della pazienza, l’occasione silenziosa per il vero amore e per l’autentica fedeltà; è misurarsi sulla realtà che è il seme della sapienza” (Cose di ogni giorno, Queriniana 1994).
La famiglia appare non solo con i tanti problemi: i rapporti prematrimoniali, la convivenza, l’omosessualità, le separazioni, tante coppie ferite, ma anche come la risorsa più importante per la Chiesa. La nostra diocesi di Trieste sta proprio realizzando degli incontri in tal senso. Sostenendo la famiglia, si sostiene la vita e sostenendo la vita di famiglia si sostiene la santità per un cammino della coppia e della famiglia sempre più idoneo al nostro tempo, sempre fedele al Vangelo.
Come sacerdote non posso mai dimenticare il grande valore centrale della nostra Eucarestia che è preghiera comunitaria, che è quotidianità, luogo di Dio, spiritualità del quotidiano. Non posso mai dimenticare che io posso, oggi, amare e donarmi agli altri con serenità, proprio perché ho ricevuto tanto amore dai miei genitori.
Ci aiuti e ci sostenga in questa nostra esperienza la Sacra Famiglia che ha attraversato gioie e dolori, incomprensioni, tribolazioni, soddisfazioni e sia di sostegno a tutte le famiglie alla ricerca dell’amore di Dio, consapevoli che, comunque sia, tutti siamo ricercati dall’amore di Dio, indipendentemente dalle nostre domande e dalle nostre ricerche.
don Marco Eugenio Brusutti
Foto di Hoàng Đông Trịnh Lê da Pixabay