XXXII Domenica TO – Ogni Benedetta Domenica

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Se uno mi vuole servire, mi segua (Gv 12,26)

“In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.”

Cari fratelli e sorelle,

dato che la liturgia ci abitua ad ascoltare e riascoltare più volte alcuni episodi della vita di Gesù, spesso capita di dare per scontato alcuni di questi eventi. Nasce in noi quasi uno spontaneo “so già come andrà a finire”.

Vi propongo però un cambio di prospettiva sulla scena di questa domenica. Proviamo a sederci vicino a Gesù e ad osservare cosa succede dal suo stesso punto di vista; come dice il testo, “sediamoci di fronte al tesoro, a guardare come la folla vi getta dentro le monete” (cfr. v.41).

Sono fermamente convinto che, da una parte, ci colpirebbero sicuramente tutti coloro che gettano tante monete. Il motivo è sia sonoro – il tintinnare del metallo sarebbe più rumoroso e prolungato – sia di partecipazione a qualcosa che ci lega: quella singola persona sta sovvenzionando largamente i sacerdoti del Tempio per il culto a quel Signore a cui noi siamo legati e crediamo. Lo potremmo definire tranquillamente un benefattore, e vedere nel suo gesto un’offerta a Dio, un segno di grande devozione. Probabilmente lo stimeremmo e il nostro sguardo sarebbe altrettanto generoso nei suoi confronti.

Sarebbe inoltre normale, se quella persona fosse a noi conosciuta, “salutarla calorosamente nelle piazze, concedergli seggi d’onore nelle nostre riunioni religiose e dargli tutti gli onori ai nostri pranzi” (cfr. v.38-39).

Dall’altra parte, non sono per nulla convinto che avremmo notato quella donna: sia a motivo dei suoi abiti, da cui traspare chiaramente una condizione di povertà – lo sguardo sfugge sempre da questa – sia per la poca “risonanza” della sua offerta.

Ecco: seduti accanto a Gesù, ci avrebbe colpito esattamente l’opposto di quello che ha notato lui.

Il nostro occhio sarebbe rimasto attaccato all’appariscente, alla “superfice” del gesto, senza cogliere in profondità cosa ci sta sotto. In questo particolare gioco di sguardi, l’occhio di Dio coglie cosa vive nell’interiorità la persona: quei ricchi desiderano essere ammirati e “visti” dagli altri, quella vedova povera desidera essere “vista” solo dal Signore. Questo è un vero gesto di offerta a Dio, un segno di grande devozione e affidamento.

Cari fratelli e sorelle, per questa settimana che si apre chiediamo a Gesù questo dono particolare dello Spirito Santo: donarci il Suo medesimo sguardo, da orientare sulla nostra vita quotidiana, in modo che tutte le nostre scelte sia “offerte pure”, orientate ad attirare solo lo sguardo di Dio Padre.

don Davide Lucchesi


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