Don Claudio Burgio e i giovani di Trieste

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Al Galilei un incontro di testimonianza e fiducia: don Claudio Burgio e le storie di riscatto dei giovani, tra musica e rinascita.

Venerdì 8 novembre, il liceo scientifico “G. Galilei” di Trieste ha aperto le porte agli studenti delle scuole superiori per un incontro intenso e significativo con don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, invitato dal Centro culturale “Mons. Lorenzo Bellomi” di Trieste.
Don Burgio ha condiviso storie di giovani segnati da percorsi di vita difficili e dolorosi, ragazzi che ha accompagnato durante la loro detenzione e accolto poi nella comunità Kairos, dedicata al loro recupero e reinserimento.

La forza di una nuova possibilità

Tra le storie narrate, spiccano quelle di giovani come Zaccaria, conosciuto oggi come il rapper Baby Gang, e Fabio, divenuto noto come Marracash. Don Claudio ha descritto il loro cammino, caratterizzato da errori gravi ma anche da una nuova scoperta di sé e della possibilità di riscatto. Il percorso di cambiamento di Daniel Zaccaro, raccontato nel libro Ero un bullo di Andrea Franzoso, ha particolarmente colpito gli studenti: ex rapinatore, Zaccaro è ora un educatore impegnato ad aiutare altri giovani a trovare la propria strada.
Anche Lamine, un giovane senegalese arrivato in Italia pieno di rabbia e dolore per le privazioni vissute, ha dato una svolta alla sua vita attraverso un gesto eroico, salvando alcune persone durante un incendio. Le storie di don Burgio non lasciano indifferenti: ciascuna dimostra che il passato non deve determinare il futuro e che una scelta di rinascita è sempre possibile.

Rieducazione e dignità, come insegna la Costituzione

Durante l’incontro, don Burgio ha richiamato l’Articolo 27 della Costituzione Italiana, ricordando che la pena non è solo punizione, ma strumento di rieducazione. La vera sfida, secondo lui, è offrire ai giovani una visione di sé che vada oltre gli errori commessi, aiutandoli a riconoscere le proprie capacità e inclinazioni positive. “Se non credi nel mio sogno, vuol dire che non ti fidi di me”, ha detto Zaccaria a don Claudio, una frase che ha risuonato profondamente nel cuore di don Claudio e lo ha spinto a lavorare con e per questi giovani.

Un’occasione per riflettere e per cambiare

L’incontro ha stimolato numerose domande e riflessioni, dimostrando il desiderio dei giovani di partecipare con impegno e responsabilità, all’edificazione di un futuro che possa corrispondere ai progetti e alle aspirazioni delle nuove generazioni.
Don Claudio ha sottolineato quanto sia importante per gli adulti mettersi in ascolto, per aiutare ogni giovane a scoprire il proprio valore e un futuro differente. La musica, in particolare, è stata indicata come potente mezzo di espressione e consapevolezza, capace di trasformare emozioni profonde in note e parole.

L’importanza di una guida fidata

Don Burgio ha ricordato quanto sia essenziale per i giovani sentirsi ascoltati e accompagnati da qualcuno che li tratti con rispetto e fiducia. Non esistono ragazzi irrecuperabili, ha detto, e chi è su un cammino sbagliato merita un sostegno sincero. “È un ragazzo difficile? Bisogna porsi in ascolto, coltivare i suoi sogni, prendersi cura di lui. Ogni cosa buona va coltivata, perché è un passo sulla via della rinascita”.

don Manfredi Poilucci


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