La Madonna della Salute

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Il culto della Madonna della Salute è particolarmente sentito a Trieste, p. Stefano Miotto, parroco e rettore del Santuario diocesano di Santa Maria Maggiore ci presenta la festa cittadina.

Abbiamo voluto farci presentare la “Madonna della Salute” dal parroco e rettore del Santuario diocesano di Santa Maria Maggiore, padre Stefano Miotto, che ha gentilmente risposto alle nostre domande su questa ricorrenza, molto cara ai triestini, che vi partecipano affollando la Chiesa di Santa Maria Maggiore nella giornata della festa della Madonna della Salute, che liturgicamente è la Festa della Presentazione di Maria al Tempio, e che ricorre il 21 novembre.

La presentazione è stata fatta alla luce della considerazione che una cospicua parte del clero della nostra diocesi proviene da luoghi diversi da Trieste, e forse non ha compiuta nozione della rilevanza straordinaria di questa festa per la nostra bella città.

Per tradizione consolidata, al Santuario di Santa Maria Maggiore in questa circostanza si celebrano diverse Sante Messe, tutte sempre molto affollate, che vedono la partecipazione anche di diverse persone provenienti da fuori città.

Le celebrazioni eucaristiche iniziano al mattino, alle ore 6.30; l’ultima viene celebrata alle ore 19.00 e a questa segue un momento di preghiera di affidamento a Maria.

Come accade a Venezia, in Istria e in Friuli, la venerazione per la “Madona della Salute” è intensa. Ciò deriva dall’evento del 1630, quando, per intercessione della Beata Vergine Maria terminò la tragica epidemia di peste che afflisse molti luoghi soggetti al dominio della Repubblica di Venezia.

Il culto della madonna della Salute è particolarmente sentito a Trieste a partire dal 1849, quando la città era soggetta al dominio austro-ungarico, e si ebbe un’epidemia di colera dilagata in tutto il Nord Italia, che cessò di mietere le sue vittime per intercessione della Beata Vergine Maria. Il fatto fu preceduto da un evento “miracoloso”, consistente nel sanguinamento di un busto marmoreo raffigurante la Vergine Maria, detto “Madonna del fior”, oggi collocato nella cappellina posta in prossimità della sede dell’INAIL nell’edificio di Via del Teatro Romano. Il busto marmoreo è stato rinvenuto da Ferdinando Patarga, detto “Fior”, che pensò di posizionarla in prossimità del campo di bocce di cui era il proprietario; un giocatore di bocce, per qualche ignoto motivo, scagliò violentemente una boccia contro l’immagine, che di conseguenza iniziò “a sanguinare”! Il segno di questo “urto” con conseguente “sanguinamento” è tuttora percettibile. Patarga si pentì del suo gesto, di cui colse tutta la portata a seguito della straordinaria conseguenza.

Il 15 ottobre 1849 la statua fu portata in processione solenne lungo le vie di Trieste per chiedere la cessazione del morbo del colera.

L’inno della Madonna della Salute fa rifermento proprio a questo. Un mese dopo la cessazione del colera, il vescovo celebrò un solenne pontificale per grazia ricevuta. Da qui ebbe inizio la tradizionale venerazione a Trieste.

Nell’occasione della festa della Madonna della Salute siamo invitati a pregare per la salute del corpo ma anche per la salute dell’anima, ricordando come il termine latino “salus” si riferisca alla “salvezza”, una salvezza integrale di tutto l’uomo, del suo corpo e della sua anima.

Chiara Fabro


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