Non c’è pace senza accoglienza

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L’esperienza del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo a Palermo, un evento promosso dalla Rete Mare Nostrum e dal Centro di Accoglienza Padre Nostro, fondato da Padre Pino Puglisi.

Non c’è pace senza accoglienza.” È questa la frase che ha accompagnato i giorni a Palermo, un evento promosso dalla Rete Mare Nostrum e dal Centro di Accoglienza Padre Nostro, fondato da Padre Pino Puglisi. L’obiettivo dell’evento era proprio quello di valorizzare l’importanza della connessione intrinseca tra questi due termini: Pace e Accoglienza. Non c’è pace senza accoglienza perché l’Accoglienza è il punto di partenza per qualsiasi relazione tra essere umani, l’Accoglienza è la manifestazione concreta dell’amore tra fratelli, l’Accoglienza è il raggiungimento della pace fuori e dentro di noi.

In rappresentanza del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo eravamo in 13 giovani, provenienti dai seguenti paesi: Italia, Spagna, Francia, Libano, Malta, Grecia e Albania.

Il rapporto spontaneo e genuino che si è creato tra di noi nel giro di pochi giorni è stato la vera e pura dimostrazione che la coesistenza tra popoli è possibile, nonostante le differenze culturali, economiche, sociali e politiche dei rispettivi paesi.

Numerose sono le differenze tra di noi, ma due sono le cose che ci accomunano: l’acqua del Mar Mediterraneo che accarezza i nostri stati e la fede in Dio, un elemento che spinge i nostri cuori a credere, sognare e sperare in un futuro migliore, in un futuro pacifico.

I due testimoni che hanno guidato le nostre riflessioni grazie alle loro esemplari vite sono stati il beato Padre Pino Puglisi e il venerabile Giorgio La Pira. Due uomini che, seppur con storie molto diverse, hanno dedicato la loro vita al Bene Comune, in particolare verso gli ultimi, iniziando proprio dall’accoglienza nei loro confronti.

Vorrei soffermarmi su una riflessione sviluppata da Patrizia Giunti, la presidente della Fondazione La Pira, in cui ha sottolineato il valore emblematico del Mar Mediterraneo come “Mare Nostrum”, parole latine che riportano alla profondità di uno spessore storico e culturale che attraversa i secoli. Questo concetto di Mar Mediterraneo inteso come unione di popoli viene appiattito se messo a confronto con la sua condizione attuale: un mare che sanguina.

Il nostro mare ha bisogno di pace che può essere raggiunta solo attraverso la presa di responsabilità di ciascuno insieme all’apertura del nostro cuore, manifestando così la vera Accoglienza.

Questi giorni a Palermo hanno inaugurato la mia partecipazione nel Consiglio. Nonostante fosse la mia prima esperienza, tra di noi è nata immediatamente un’amicizia che supera ogni limite linguistico o culturale. Sono veramente grata al Signore per questa grande opportunità che spero di riuscire a farla fruttare portando lo spirito di Accoglienza sperimentato nel Consiglio anche nella mia comunità.

Vorrei concludere con una frase di Padre Pino Puglisi, egli diceva: “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”. Come Consiglio dei Giovani del Mediterraneo confidiamo e crediamo nelle parole del beato Puglisi, con questo grande desiderio nel cuore: riuscire a costruire un Mar Mediterraneo che sia portatore di pace e speranza in tutti i paesi toccati dallo stesso.

Marta Longo


Marta Longo, da poco è stata inserita nel Consiglio dei Giovani del Mediterraneo. Si tratta di un progetto voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana come “opera-segno” del Forum del Mediterraneo del 2022, nel quale è stata sottoscritta dai Sindaci e i Vescovi Cattolici del Mediterraneo, la Carta di Firenze. “Le nuove generazioni sono una ‘frontiera di pace’ perché hanno grandi energie e desideri alti. Di questa forza, di questo entusiasmo, di questo sguardo accogliente dei giovani possiamo beneficiarne tutti”. Lo ha affermato Mons. Giuseppe Baturi, Segretario generale della CEI, inaugurando a Fiesole, lo scorso aprile, la sede del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo.

Di questa esperienza del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, dell’“Audacia della Pace”, la dott.ssa Marta Longo ne ha parlato assieme a mons. Enrico Trevisi e a don Sergio Frausin, Delegato Episcopale per la Cultura e la Pastorale Universitaria, nella trasmissione Chiesa e Città andata in onda sabato 23 novembre su Telequattro.


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