“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”
Con questo brano, l’Evangelista ci da’ la sua prima professione di fede sull’origine divina di quel bambino e, insieme, ci permette di gettare uno sguardo in profondita’ sull’incontro di Maria col progetto di Dio, incontro che rimane carico di mistero e ineffabile.
È bello soffermarsi a meditare su quel “Eccomi”, carico di fiducia e timore allo stesso tempo. Dio chiama senza un preavviso, come lo Spirito non sai quando arriva e da dove arriva. Allora e’ necessario non farci cogliere impreparati alla chiamata, attraverso una connessione costante con nostro Signore che si alimenta con la preghiera.
Viene naturale chiedersi quindi: quanto è difficile per l’uomo contemporaneo poter dire il proprio si’ a Dio senza riserve?. Certamente senza una fiducia totale e la consapevolezza che Dio salva, rimarra’ una difficoltà insormontabile. Ma liberandoci del superfluo e lasciando nel cuore solo ciò che più conta, tutto sarà possibile perchè Dio stesso opererà in noi.
Ma in che modo Maria ci chiama a prendere parte del grande progetto di salvezza? Attraverso la sfera del servo. Il servo non e’ uno schiavo ma colui che è a servizio. Dire sì come Maria equivale ad un mettersi al servizio dei più bisognosi, saper riconoscere le povertà di questo tempo ed essere uno strumento di sollievo attraverso la forza di una comunità in uscita.
Al tema del servizio si lega anche quello del prendersi cura, l’avere a cuore qualcosa. Maria si affida al progetto di Dio per lei e ne avrà cura per tutta la sua vita terrena, anche dopo la morte e resurrezione del Figlio. Anche per ciascuno di noi il Signore ha un progetto che alle volte non capiamo, ci fa paura ci opponiamo. Impariamo ad accogliere e a vivere pienamente la nostra vocazione, la nostra chiamata che sia quella al matrimonio, al sacerdozio o altro ma viviamola fino in fondo e con gioia affinché sia esempio e luce per gli altri.
Sara e Alessandro