Sei venuto a rovinarci?

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Un'Epifania diversa

Cari amici, vorrei soffermarmi su questo interrogativo. Nel quarto Vangelo vi è quasi l’equivalente della confessione di Pietro, a Cesarea di Filippo, descritta da Giovanni. Gli apostoli chiedono a Gesù: “La tua parola è dura! Chi può ascoltarla?” Gv.6,60 “Chi potrà seguirti?”.  Non la capiscono, vogliono andarsene. Pietro, a nome di tutti, risponde: “Signore, da chi andremo?”. E aggiunge: “Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68-69). Conclude Pietro: “Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. È ancora per noi “il Santo di Dio”? Crediamo e Lo conosciamo ancora? Nella Sinagoga di Cafarnao, come oggi, la domanda è incalzante: credere o non credere? Un uomo posseduto da uno spirito immondo gli grida: “Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!” Lc 4, 34. È ancora santo, per noi, Colui che è morto per la nostra vita? È ancora Santo Colui che fu adorato dai Magi? “Egli non aveva conosciuto peccato” 2Cor 5, 21; “Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca” Pt 2, 22. Tante sono le citazioni che lo richiamano santo, come Giovanni, nella prima Lettera, non si stanca di proclamare: “Egli è puro…; in Lui non vi è peccato…; Egli è giusto!” 1Gv 3, 3-7. È una santità reale quella di Gesù, Egli insegna ciò che fa e il suo messaggio sono le Beatitudini. Scrive Kierkegaard: “Mai sul suo labbro fu trovato inganno” (cf. 1Pt 2, 22). Ma tutto in Lui era verità; nel suo amore non c’era nessuna distanza tra l’esigenza della legge e il suo compimento, neppure di un momento, di un sentimento, di un progetto. Era tutto amore. Giunse a Gerusalemme. Non vollero conoscerLo. Perché? Il suo amore era evidente in tutta la sua vita, dalle cose più piccole a quelle più grandi, ma la società non voleva accoglierLo e noi, oggi, siamo in grado di cogliere un aspetto nuovo della santità di Cristo? Lo abbiamo visto morire per noi e abbiamo riconosciuto la sua santità, anche se non abbiamo visto lo Spirito che discese su di Lui al Giordano mentre veniva battezzato da Giovanni. Gesù non è stato solo un uomo buono e bravo, è stato santo per il suo stile di vita, perché, nonostante tutti abbiano frugato nelle pieghe più nascoste dei Vangeli, della sua storia, Egli è rimasto eccezionalmente santo ed esemplare, smentendo chiunque che, filosoficamente o politicamente o semplicemente umanamente, lo voleva considerare tutto uomo. La sua risurrezione dimostra che era tutto vero. Pienezza e purezza di Dio in Gesù di Nazaret coesistono e diventano “somma semplicità” – Santità di Dio. Nella Bibbia si legge che “a Dio, nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto. (Sir 42,21). Ecco la bellezza di Cristo! Come vorrei che tutti la potessero sperimentare: un’ineffabile bellezza attrattiva. San Gregorio di Nissa scrive: “Fuori di Te, niente mi sembra essere bello; Tu invece il solo veramente bello. E non soltanto bello, ma la stessa essenza eterna e personale della bellezza”. Lo grido a tutti, come scrisse Dostoevskij: “Al mondo esiste un solo essere assolutamente bello, il Cristo, ma l’apparizione di questo Essere infinitamente bello è di certo un infinito miracolo”. Certo neanche lui è riuscito a descrivere bene Cristo.
Perché non rileggere la Sua storia per conoscerLo meglio? Lui aspetta solo questo.

don Marco Eugenio Brusutti

Andrea Mantegna – Uffizi – immagine di Francesco Bini 


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