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Don Stefano, puoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao, ho 51 anni e da 26 sono prete della diocesi di Trento, dove attualmente dirigo l’Istituto Superiore di Scienze Religiose, intitolato a “Romano Guardini”. Lì, in altre realtà accademiche, insegno Sacra Scrittura, in particolare Nuovo Testamento. Al momento non sono parroco, ma nel fine settimana – impegni permettendo – collaboro con padre Angelo, con il quale oltre all’impegno pastorale, condividiamo anche la passione per lo scautismo: infatti lui è Assistente Nazionale del MASCI, il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani.
Da qualche settimana, sei diventato assistente generale degli scout Europa. Ti chiedo prima di tutto, quale emozione ha accompagnato la tua nomina?
La mia nomina non è stata un fulmine a ciel sereno; da qualche mese mi era stata chiesta la disponibilità all’inserimento del mio nome al primo posto della terna da presentare alla Conferenza Episcopale Italiana, cui, tra le altre, spetta anche la nomina degli Assistenti scout. Dopo aver raccolto il parere positivo del mio vescovo, che ringrazio per la generosità dimostrata, il percorso si è concluso con la mia nomina. La prima emozione che ho provato è stata la paura – non mi vergogno ad ammetterlo – di non essere all’altezza. E credimi, non è una frase fatta di quelle che si devono dire in certe occasioni e che sanno di falsa modestia: ho avuto – ed ho ancora – paura. Tuttavia, so di non essere solo perché posso vivere questo mio servizio in compagnia di tante persone con cui condividere il peso dello zaino, ma anche la soddisfazione del cammino. E poi – e anche questa volta non è una di quelle belle frasi da prete – ho la certezza che anche in questo nuovo compito che la Chiesa mi affida c’è Dio che mi aiuta, mi incoraggia, mi sostiene.
Ci racconti chi sono gli Scout d’Europa?
L’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (della Federazione dello scoutismo europeo – FSE) è stata costituita a Roma il 14 aprile del 1976. Riconosciuta con decreto del Presidente della Repubblica nel 1985 e dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 1998 oggi conta 20.132 iscritti in 181 gruppi di 61 diocesi. Aderisce all’Unione Internazionale delle Guide e Scouts d’Europa (UIGSE-FSE) organizzazione non governativa con Statuto partecipativo presso il Consiglio d’Europa, riconosciuta dal Pontificium Consilium pro Laicis come associazione privata internazionale di fedeli di diritto pontificio. Nata nel 1956 in Germania è presente attualmente in 27 Paesi in Europa e in America (Canada, Usa, Messico e Brasile) in una fraternità scout oltre i confini nazionali. Da quasi 70 anni, con oltre 73.000 membri, l’UIGSE-FSE è attivamente coinvolta nella vita civile di questi paesi e del continente. Ha uno status partecipativo nel Consiglio d’Europa, è impegnata nella difesa della famiglia e della dignità della persona umana.
Scautismo e vita cristiana: un interessante binomio anche per la pastorale di oggi, non trovi?
A dire il vero non so bene cosa si intenda con il termine «pastorale», ma mi sento di dire che lo scoutismo è un tempo e un luogo dove la vita cristiana può maturare, crescere e portare frutto. In questi anni – perché sono scout da tanto tempo – ho incontrato donne e uomini con una fede robusta, le cui radici sono saldamente ancorate al terreno dello scoutismo, un movimento che ha come obiettivo ultimo quello di formare buoni cristiani, oltre che buoni cittadini. Credo davvero che la strada dello scoutismo e quella della vita cristiana possano incontrarsi fino a fondersi una nell’altra dando così vita a un significativo cammino di fede che, come ogni cammino, si apre con chi cammina.
Il prete e lo scautismo: un’opportunità anche per la nostra spiritualità sacerdotale.
Da sempre, sicuramente complice anche la mia anima montanara, ho una spiritualità molto concreta; sono un uomo e un prete che ama i fatti più che le parole, che ha bisogno di una fede concreta capace di darsi da fare, di sporcarsi le mani, di collaborare con le persone. Non so se è una spiritualità corretta, ma è la mia e mi piace, tanto. E molto di quello che sono, anche come prete, lo devo alle persone che ho incontrato nello scoutismo con la loro voglia di fare, di stare assieme, di lavorare sodo e di aiutarsi, senza “se” e senza “ma”. E per tutta questa gente sono grato a Dio, perché mi ha regalato la possibilità di essere scout e come ben sai, caro don Lorenzo, semel scout, semper scout: una volta scout, sempre scout. E allora, Buona Strada a te ai tuoi lettori.
Intervista a cura di don Lorenzo Magarelli