Il Vescovo Trevisi incontra la comunità slovena: “Tempo di dare spazio a Dio”

Dialogo con la comunità slovena di Trieste: fede, cultura e riflessione sul silenzio di Dio, tra speranza, coraggio e sfide del presente

«Vesela velika noč! Buona Pasqua!» è stato il saluto del vescovo di Trieste Enrico Trevisi, rivolto anche nella loro lingua, agli sloveni che sono intervenuti all’incontro di lunedì 14 aprile nella Sala Peterlin in via Donizetti 3 di Trieste.

Prima dell’incontro il Vescovo si è intrattenuto con i rappresentanti delle associazioni culturali e religiose slovene che hanno la propria sede nell’edificio di via Donizetti i quali gli hanno illustrato le loro attività (conferenze, convegni, teatro, studio radiofonico, canto corale, canto sacro, editoria, giornali e riviste, biblioteca, opere di carità, giovani…) e gli spazi nei quali le stesse si svolgono.

All’incontro riservato ai rappresentanti delle associazioni è seguito quello pubblico nel corso del quale il Vescovo ha svolto il suo messaggio pasquale riflettendo sul fatto che oggi, in questo anno giubilare e nel periodo pasquale, è il momento giusto per dare spazio a Dio e alla sua Parola, e per essere consapevoli della sua presenza nella nostra vita.

Il Vescovo si è poi soffermato sul significato e sul mistero del silenzio di Dio sottolineando che a volte, di fronte alla cattiveria umana, all’ingiustizia, agli innocenti uccisi, alla sofferenza, non abbiamo altra scelta che stare in silenzio e meditare sull’amore di Dio. Ha citato poi Sant’Agostino secondo il quale la speranza ha due figli, l’indignazione e il coraggio. L’indignazione ci permette di distinguere chiaramente tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra verità e menzogna, mentre il coraggio ci dà la forza di cambiare le cose in meglio. Come cristiani, come cattolici siamo chiamati a cambiare le cose in meglio, ha concluso, ricordando anche il carattere peculiare di Trieste, città costitutivamente abitata da etnie e religioni diverse.

Nel proseguio dell’incontro il Vescovo ha risposto ad alcune domande dei presenti, in particolare approfondendo il significato del cosiddetto «silenzio di Dio», del «male» e della «morte», problemi che non cessano di interrogarci e a cui la risposta cristiana non può essere che quella del Cristo crocifisso. Si è soffermato poi su alcune questioni riguardanti l’oggi in cui viviamo e ci ha invitato a leggere i segni dei tempi, imparare ad assumere – anche come cristiani – un atteggiamento critico nei confronti della realtà che ci circonda ma, allo stesso tempo, di non idealizzare il passato che ha avuto i suoi punti di forza ma anche dei punti di debolezza che tendiamo a dimenticare. Ha messo poi in guardia dalle insidie della comunicazione digitale, soprattutto dalla diffusione di notizie che distorcono la realtà e dai messaggi di odio tramite i social media, pratica purtroppo diffusa non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti.

A conclusione dell’incontro i rappresentanti delle associazioni ospitanti hanno fatto omaggio al vescovo di alcune pubblicazioni di carattere storico e letterario in lingua italiana della casa editrice Mladika.

T.S.

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