Lavoro e 1°maggio: relazioni tra persone e alleanze sociali

La Commissione Diocesana per i problemi sociali e il Lavoro della Diocesi offre una lettura e alcune sottolineature rispetto al Messaggio dei Vescovi Italiani

Relazioni tra le persone e alleanze sociali. Questi i paradigmi irrinunciabili del lavoro secondo la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) che, anche quest’anno, vengono ricordati e ri-declinati dai Vescovi Italiani nel consueto – ma mai uguale a se stesso – Messaggio in occasione del 1° maggio, Festa del Lavoro e memoria di San Giuseppe Lavoratore e, a propria volta, ri-sottolineati e declinati rispetto alla realtà locale del mondo del lavoro anche dalla Commissione diocesana per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Trieste. Eloquente già nel titolo – “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza” – il Messaggio risulta profondamente immerso nello spirito giubilare, proprio di questo Anno Santo dedicato al tema della speranza.

«Il tema dei rapporti tra le persone, nei pur diversi ruoli di dipendente, dirigente ed imprenditore, e il valore sociale di questi rapporti, è centrale in tutti i documenti Sociali della Chiesa, dalla Rerum Novarum alla Laudato Si’» afferma la Commissione Diocesana «la collaborazione fra le parti sociali è infatti il principio fondante della DSC, declinato con il rispetto della dignità e della sicurezza dei lavoratori e con il riconoscimento del ruolo propositivo e innovativo delle imprese. In questa ottica, il documento evidenzia alcuni aspetti che rappresentano concretamente gli effetti di queste forme di collaborazione, come “il riconoscimento nei contratti di lavoro nazionali dell’importanza della formazione permanente e della riqualificazione”, e ancora il diffondersi di “forme di welfare e assicurazione attenti alle emergenze sanitarie e familiari” e di “meccanismi di partecipazione” alla gestione d’impresa».

Importante la sottolineatura sul ruolo «attivo e propositivo della Chiesa» di cui sono state «concreta testimonianza le piazze delle “buone pratiche” e gli approfondimenti tematici partiti dalla Settimana Sociale di Trieste»: ricordiamo i quasi 150 stand espositivi dislocati tra piazza Ponterosso e il Museo Sartorio che sono stati veri e propri punti d’incontro e conoscenza tra delegati e realtà attive su tutto il territorio italiano. Ma, ancora più importante il racconto delle alleanze sociali nate sul territorio triestino come «manifestazioni a difesa delle crisi industriali di Wartsila, Flex, Tirso e U-Blox: crisi che hanno messo in discussione migliaia di posti di lavoro e la cui mancata soluzione avrebbe rappresentato un colpo letale all’economia locale … in questi casi, la Diocesi di Trieste, attraverso il Vescovo Enrico e la Commissione Diocesana per i Problemi Sociali ed il Lavoro, non ha mancato di testimoniare concretamente supporto e presenza».

Da sottolineare, infine, il richiamo a «tutti gli attori, sociali economici e politici, alle proprie responsabilità, poiché “la «mano invisibile» del mercato non è sufficiente a risolvere i gravi problemi oggi sul tappeto”, ma è l’azione umana (la “mano visibile”) che deve contribuire a creare una “società equa e solidale e continuare a seminare speranza”».

L.P.

foto tratta da sito CEI

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