40 anni fa la legge che istituì l’8×1000

La voce degli esperti. Mirabelli: “Legge tecnicamente ben fatta e rispondente ai principi costituzionali”. Chizzoniti: “Maggiore informazione per una scelta consapevole”

La legge che ha istituito l’8xmille compie 40 anni. Cesare Mirabelli: “Politicamente apprezzata, ha funzionato correttamente”. Antonella Sciarrone Alibrandi: “Pieno rispetto del principio di laicità nelle relazioni Stato-Chiesa”.

Sono passati quarant’anni dalla firma della legge 222 del 20 maggio 1985 che, in seguito all’Accordo fra Santa Sede e Repubblica italiana del 1984 di revisione del Concordato lateranense del 1929, ha inaugurato il sistema di finanziamento pubblico alla Chiesa Cattolica attraverso l’8xmille; sistema poi esteso alle altre confessioni religiose che hanno stipulato intese con lo Stato ai sensi dell’art. 8 della Costituzione. Oggi l’8xmille alla Chiesa cattolica provvede alle necessità di culto e pastorale di 226 diocesi italiane, al sostentamento dei sacerdoti, a opere relative ai beni culturali, e sempre più a progetti caritativi diffusi in tutta Italia e in parte all’estero, soprattutto in Africa, Asia, Medio Oriente e America latina. Alla vigilia dell’anniversario, il convegno “La Chiesa al servizio della società. Genesi, sviluppo e attualità della legge n.222 del 1985” ha portato il 9 e il 10 maggio nel campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore costituzionalisti, docenti ed esperti di diritto canonico e di diritto ecclesiastico da tutta l’Italia. E lo ha fatto in un momento particolarmente importante, all’indomani dell’elezione di Papa Leone XIV.

(Foto Università Cattolica)

“Una norma nata per l’ordinamento italiano” che “ha influenzato la Chiesa universale”, ha spiegato Antonio Chizzoniti (nella foto), ordinario di Diritto canonico e di Diritto ecclesiastico nella Facoltà di Economia e giurisprudenza della Cattolica, organizzatore dell’evento con la collega Anna Gianfreda. “La legge 222 del 1985 nasce infatti con l’occhio all’Italia, ma i suoi contenuti hanno finito per attuare il Codice di diritto canonico del 1983 che riguarda tutta la Chiesa”. Del resto, ha sottolineato Anna Gianfreda, docente di Diritto canonico e di Diritto ecclesiastico presso il medesimo Ateneo, “la possibilità per la Chiesa cattolica italiana e per le altre confessioni di avere dei flussi finanziari pubblici consente loro di porsi al servizio della società”, perché

 

“attraverso i canali dell’8xmille tanto la Chiesa cattolica quanto le altre confessioni religiose svolgono una serie di azioni a sostegno non solo del culto ma anche di altri enti che operano per il bene della società”.

(Foto: Università Cattolica)

 

Nel suo saluto, Antonella Sciarrone Alibrandi (nella foto), giudice della Corte Costituzionale, già sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, ha notato che “è molto bello che questa iniziativa si tenga proprio all’Università Cattolica, che è sempre stato un luogo nel quale le discipline ecclesiasticistiche e canonistiche rivestono un ruolo molto importante, in una dimensione dialogica tra loro e con gli studiosi degli altri atenei, ma anche in un’ottica interdisciplinare con le altre materie di studio. Studiare questa legge è importante anche in prospettiva futura, perché ci sono molti temi che possono

 

 

aprire nuovi modi di guardare alle relazioni tra Stato e Chiesa nel pieno rispetto del principio di laicità previsto dal nostro ordinamento”.

“Non può non colpire – ha aggiunto Sciarrone Alibrandi -, che siamo all’indomani dell’Habemus Papam. Ero a Roma, al suono delle campane ho potuto recarmi in piazza San Pietro, è stata un’emozione indicibile”.

Per noi canonisti è una grande soddisfazione immaginare che il nuovo Papa abbia anche, tra le sue molte skills, la conoscenza e la pratica quotidiana del diritto canonico”, ha commentato Chizzoniti. “È importante ribadire che il diritto è uno strumento al servizio dell’uomo, non è un fine. E anche per il nuovo Pontefice sarà uno strumento utile per realizzare gli scopi propri della Chiesa”. “Il Diritto canonico – ha chiosato Gionfreda – non riguarda solo la vita della Chiesa ma anche i rapporti della Chiesa con e nella società civile. Papa Francesco ha innescato importanti processi di riforma del Diritto canonico che vanno sperimentati e probabilmente messi a punto. Speriamo che il nuovo Pontefice lo possa fare. Anche in questo senso, la scelta del nome Leone XIV è importante, ricordando la figura di Leone XIII e la sua grande attenzione per i movimenti cattolici”.

(Foto Romano-Siciliani/SIR)

Cesare Mirabelli (nella foto), già vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura e già presidente della Corte Costituzionale, è ritornato sulla legge 222/1985: “Il risultato si ottiene se c’è dialogo, approfondimento e disinteresse. E non orgoglio e supponenza. Bisogna essere aperti alle posizioni degli altri. Sulla base di questo dibattito, grazie a rapporti di ricerca consolidati, è stata prodotta la legge 222.

 

 

Un frutto tecnicamente ben fatto, politicamente apprezzato, che ha correttamente funzionato perché risponde ai principi che la Costituzione prevede”.

Mirabelli ha quindi insistito sulla contaminazione tra discipline e tra studiosi: “Oggi è stato ricordato che il Diritto canonico ha ispirato molto il processo civile. La stessa disciplina del matrimonio nel Codice civile, in fondo, è una secolarizzazione del Diritto canonico. Non si tratta – ha concluso – di cristallizzare queste formule, ma di valutare la trasmigrazione di concetti tra una disciplina e l’altra”.

Tracciando al Sir un bilancio del convegno, Antonio Chizzoniti spiega che

“ancora oggi il 70% degli italiani non sa che cosa sia nel dettaglio la firma per l’8xmille”.

Nonostante “i grandi passi in avanti compiuti con le campagne degli ultimi anni”, secondo il professore la comunicazione-informazione della Chiesa è “ancora insufficiente”. Di qui l’importanza di un’informazione “più efficace, anche perché da un lato si è rafforzata l’azione dello Stato che partecipa anch’esso alla destinazione dell’8xmille, oltre a quella assolutamente legittima delle altre confessioni religiose; dall’altro si è osservata negli ultimi anni una diminuzione delle quote destinate alla Chiesa cattolica: dal miliardo e 100 milioni del 2022 ai 900 milioni del 2024″. Una contrazione che, secondo Chizzoniti, rischia di penalizzare quel “welfare sussidiario che la Cei sostiene con circa 300 milioni l’anno a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione”. Una comunicazione-informazione più efficace, conclude il docente, “è indispensabile per una scelta consapevole da parte dei contribuenti”.

Giovanna Pasqualin Traversa (SIR)

Foto in evidenza: Università Cattolica

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