La pace è una scelta. A Gaza “non è guerra, è crudeltà”

L'appello della Presidenza di Caritas Italiana per "un immediato cessate il fuoco" e la cessazione della vendita di armi: "Non armiamo la mano che uccide"

Assistiamo, ancora una volta, impotenti, alle immagini che giungono nelle ultime ore da Gaza. Alla distruzione, si aggiungono le macerie della parrocchia della Sacra Famiglia e si piangono nuove vittime innocenti.

In comunione con il Santo Padre Leone XIV, Caritas Italiana fa proprio l’appello per “un immediato cessate il fuoco”. Ma sentiamo come nostro dovere e compito quello di sostenere le parole di speranza con un grido profetico, un’esortazione che non ammette più silenzi, né ambiguità.

Quello che da mesi sta accadendo a Gaza “non è guerra, è crudeltà”, come già ebbe ad affermare papa Francesco in occasione del suo ultimo discorso alla Curia romana.

È il volto brutale di un conflitto che non risparmia i più fragili e che calpesta il diritto internazionale.

Caritas Italiana, con il vangelo della carità tra le mani e la parola della verità sulle labbra, chiede con forza alla comunità internazionale di condannare ogni forma di terrorismo e di sospendere la vendita di armi che alimentano i conflitti, così come sta accadendo a Gaza.

Non si può predicare la pace e intanto alimentare il fuoco della guerra. Non si può sostenere la vita, mentre si arma la mano che uccide.

Fino a quando dovranno morire bambini sotto le bombe, tra le braccia delle loro madri? Fino a quando dovremo contare vittime innocenti? Fino a quando pensiamo di dover considerare ancora “collaterale” la distruzione di interi quartieri, l’assedio alla popolazione civile, la fame usata come arma?

Non è più tempo di attendere. È tempo di scegliere da che parte stare. E noi scegliamo di stare sempre dalla parte degli ultimi, delle vittime, di chi non ha più voce. Dalla parte di chi è sotto le macerie. Dalla parte di chi ogni giorno, a Gaza, continua a salvare vite anche rischiando la propria. Dalla parte di Padre Gabriel Romanelli e della piccola comunità cristiana che continua ad annunciare, pur nella distruzione, la “buona notizia” per tenere accesa “la fiamma smorta” e non spezzare “la canna incrinata”.

La carità non è neutrale. Non lo è mai stata, perché sempre ci chiama ad assumere una posizione chiara, a prendere decisioni concrete per il bene, anzitutto, delle nostre sorelle e dei nostri fratelli più piccoli. La pace è, oggi più che mai, una responsabilità collettiva, un impegno concreto e corale, una profezia che va custodita anche a costo di andare controcorrente.

Ad ogni livello, ciascuno si senta interpellato a fare la propria parte, perché, come Martin Luther King, non abbiamo paura degli urli dei violenti, ma del silenzio degli onesti.

Il Signore tocchi i cuori induriti e ci conceda la pace che noi non riusciamo a raggiungere.

La Presidenza di Caritas Italiana

(dal blog italiacaritas.it)

Foto in evidenza tratta da italiacaritas.it

 

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