“Viviamo in un periodo di grande violenza, e la violenza non è soltanto nei territori di guerra: è nelle nostre strade, nelle nostre città, accanto a noi, nelle scuole”. Lo ha detto mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, nell’omelia della messa di accoglienza della diocesi di Roma, presieduta in piazza San Pietro per l’inizio ufficiale del Giubileo dei giovani. “Dare certezza alla speranza che l’amore vince sempre, che la bontà supera la violenza, che abbiamo bisogno di essere costruttori di pace ogni giorno”, l’invito alla folla sterminata di giovani accorsi stasera da 146 Paesi del mondo. “Se noi costruiamo la pace, il mondo avrà la pace”, ha assicurato il vescovo, citando le parole pronunciate domenica scorsa, in questa stessa piazza, da Papa Leone XIV ed esortando ciascuno dei presenti a farle proprie in vista dell’incontro del 2 e 3 agosto a Tor Vergata con il Santo Padre: “Incontrare Cristo: per questo vi attendo, per essere da lui rinsaldati nella fede e nell’impegno di seguirlo con coerenza”. “La fede è un incontro, ma il primo che ci viene incontro è Gesù”, ha spiegato mons. Fisichella soffermandosi sull’episodio evangelico della resurrezione di Lazzaro e sulle figure di Marta e Maria: “Gesù ci viene incontro quando vuole, come vuole, nel tempo stabilito da lui, non da noi. Noi siamo chiamati solo a rispondere”, come fa Maria, che appena lo vede si mette a correre, e come fa Marta, che ci testimonia come la fede deve diventare azione. “Non abbiamo mai paura di essere testimoni di Cristo risorto, perché questo è ciò che ci rende credenti, cristiani”, l’invito alla platea dei giovani: “Dobbiamo dare da mangiare a chi ha fame, dare da bere a chi ha sete, essere presenti quando qualcuno ha bisogno di noi, restituire dignità a chi non ha più la propria. Siamo chiamati a dare coraggio, a dare consolazione, a dare a tutti coloro che piangono un sorriso. Sono le Beatitudini la testimonianza che il Signore ci chiede di dare al mondo di oggi”.
Foto Siciliani – Gennari/SIR