Emigrati, esuli e mare uniti dalla “Barcolana delle radici”

Intrecci tra storia degli emigrati ed esuli giuliani, fiumani e dalmati, e mare in un interessante appuntamento tenutosi lo scorso 11 ottobre nell’ambito della Barcolana 57.

Cosa avranno in comune la Barcolana e l’Associazione Giuliani nel Mondo, che rappresenta gli emigrati ed esuli originari della Venezia Giulia storica, cioè anche di Istria, Dalmazia e Fiume? Poco o niente a prima vista, eppure quest’anno “Barcolana cultura”, che desidero ringraziare per la sensibilità dimostrata, ha ospitato un evento di questa associazione: solo una scelta eccentrica per guadagnare visibilità? Niente affatto, anzi, viene da chiedersi perché non ci sia venuto in mente prima! Il mare, infatti, è stato protagonista in vari modi delle traversie vissute dai nostri emigrati, e soprattutto dagli esuli, ma anche del rinascere della speranza per un futuro migliore.

 

Quanti esuli sono dovuti fuggire in barca per rifugiarsi in Italia, a Trieste, a Venezia e non solo (c’è anche chi è arrivato via mare su piccole barche da pesca fino a Fertilia, piccola frazione di Alghero, in Sardegna, di mille abitanti, quasi tutti Istriani, fiumani e dalmati)? E quali ricordi evocano nomi come “Toscana”, il piroscafo della Regia Marina italiana, utilizzato prima come nave ospedale e poi per mettere in salvo circa 17mila esuli istriani da Pola, costretti ad abbandonare tutto ciò che avevano?  Ricordi molto amari, certo, per ciò che si lasciavano alle spalle, ma nei quali il mare ha rappresentato la salvezza da una sorte drammatica già segnata!

 

E poi le traversate della speranza, ma spesso anche della delusione per non aver trovato in Italia accoglienza migliore di quella in campi profughi dove vivevano una vita di emarginazione, in condizioni non dignitose, molto spesso additati come persone indesiderate, da non frequentare (quanti bambini di quella volta se ne ricordano ancora, a 75 anni di distanza o giù di lì?). Altri piroscafi da altri porti e verso altri mari: da Genova, Livorno, Napoli attraverso il Mediterraneo e poi l’oceano verso il Sudamerica – Brasile, Argentina e Uruguay prima di tutto -, ma anche Stati Uniti d’America e Canada. E poi dalla stessa Trieste verso l’Australia a cominciare dal primo viaggio del “Castel Verde” nel 1954!

 

Eppure, non solo non hanno voltato le spalle alla patria che spesso si è dimostrata matrigna nei loro confronti, ma hanno sempre rivendicato orgogliosamente le proprie radici, trasmettendole ai loro figli. E questa è stata anche la chiave della partecipazione dell’Associazione Giuliani nel Mondo alle manifestazioni della “Barcolana 57”: la valorizzazione delle radici dei nostri emigrati ed esuli, in collaborazione con il Ministero degli Esteri, nell’ambito del progetto “Turismo delle Radici”, volto ad agevolare il ritorno degli emigrati nelle località di origine o la loro scoperta da parte dei loro discendenti, spesso ignari della loro storia familiare.  Un progetto che fa parte del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) finanziato dal programma dell’Unione Europea denominato, non a caso, “Next Generation EU”: la dimostrazione che l’Europa c’è.  Peccato che le cose positive non facciano notizia.

Giorgio Perini
Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo

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