Il mare, il lavoro e la speranza

Celebrato alla Lega Navale di Trieste il Giubileo per il mondo del lavoro

Tra i diversi appuntamenti dell’anno giubilare, il 2 maggio la Diocesi di Trieste ha celebrato il Giubileo del lavoro, dedicato ai lavoratori ed agli imprenditori, in una posizione simbolica, sulle rive di Trieste, ospiti della Lega Navale, dalla cui sede si domina il mare, dal Porto Nuovo al Porto Vivo.

Il mare: passato, presente e futuro dell’economia di Trieste, di cui è motore centrale, e metafora del futuro della città, a cui si affida la speranza che rappresenta il tema centrale del Giubileo 2025.

La Commissione Diocesana per i Problemi Sociali e del Lavoro, nell’organizzare la celebrazione, ha inoltre evidenziato come nelle crisi del settore industriale che Trieste sta vivendo, e che sta mettendo in forte preoccupazione i lavoratori interessati, sia emersa una importante coesione tra istituzioni e forze sociali per la ricerca di possibili soluzioni, come peraltro chiaramente espresso dal Messaggio dei Vescovi Italiani che indica come il lavoro rappresenti “un’alleanza sociale generatrice di speranza”. Anche il Vescovo Enrico, nell’omelia, ha richiamato il Messaggio, nel quale vengono denunciati alcuni dei gravi problemi che affliggono il mondo del lavoro, come “la crisi demografica, e il paradosso del lavoro povero e mi viene da aggiungere con la partenza di troppi giovani che vanno a lavorare all’estero (migliaia e migliaia). E lo sfruttamento di lavoratori immigrati per i quali si chiede chi siano integrati secondo parametri di giustizia. Il lavoro povero, la situazione delle donne (non ancora adeguatamente tutelate in caso di gravidanza), il mismatch (disallineamento delle competenze tra domanda e offerta di lavoro)”. Tutti problemi che chiedono un’assunzione di responsabilità sociale da parte di tutti per generare speranza, appunto una “alleanza sociale”. Fortunatamente, ha detto mons. Trevisi, ci sono anche segnali positivi, rilevabili proprio in “quelle relazioni virtuose che sono presenti anche nel mondo del lavoro, quando tra datori di lavoro, lavoratori, amministratori e politici si creano relazioni di dialogo, di meccanismi di partecipazione, spazio per alimentare la fiducia”. Sentito, anche per motivi personali, il richiamo al doveroso rispetto della sicurezza del lavoro, e la deferente preghiera per tutti i caduti sul lavoro e nel mare.

Nella sua omelia, il Vescovo ha poi richiamato l’attenzione sul piano di investimenti nell’industria delle armi, previsto dall’Unione Europea, con la prospettiva che “affidare la sicurezza e la pace alle logiche del profitto rischia di innescare un circolo vizioso: più conflitti significano maggiori guadagni per l’industria bellica, creando un incentivo perverso al perpetuarsi e all’escalation delle guerre. Come ricordava Papa Francesco, l’interesse economico può diventare uno stimolo a proseguire ed estendere i conflitti per vendere o testare nuove armi”. Ed ha concluso “abbiamo bisogno di un’alleanza sociale generatrice di speranza in cui ci aiutiamo a indirizzare gli sforzi di tutti per un’economia a servizio del futuro, a servizio dei popoli, a servizio di tutti i cittadini e dunque delle imprese e dei lavoratori”. La celebrazione, introdotta dal saluto di benvenuto del Presidente della Lega Navale Roberto Benedetti, è stata animata dal Coro della Sezione di Trieste dell’Associazione Nazionale Carabinieri alla presenza dell’Assessore regionale Alessia Rosolen, del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Panteca, del Segretario dell’Autorità Portuale Antonio Gurrieri e dei rappresentanti della Capitaneria di Porto, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco e dei rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali e delle Associazioni collegate al tema del lavoro.

Roberto Gerin

 

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