“Raccontando il modo in cui il seme porta frutto, Gesù sta parlando anche della sua vita”. Lo ha sottolineato il Papa, nella catechesi della sua prima udienza generale in piazza San Pietro, dedicata alla parabola del seminatore. “Gesù è la Parola, è il Seme”, ha spiegato: “E il seme, per portare frutto, deve morire. “Questa parabola ci dice che Dio è pronto a sprecare per noi e che Gesù è disposto a morire per trasformare la nostra vita”, ha sintetizzato il Pontefice, che poi ha citato “quel bellissimo dipinto di Van Gogh: ‘Il seminatore al tramonto’”: “Quell’immagine del seminatore sotto il sole cocente mi parla anche della fatica del contadino. E mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh ha rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così”. “Al centro della scena, però, non c’è il seminatore, che sta di lato, ma tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante”, ha commentato Leone XIV: “È il sole che scalda le zolle della terra e fa maturare il seme”. “In quale situazione della vita oggi la parola di Dio ci sta raggiungendo?”, la domanda finale ai fedeli: “Chiediamo al Signore la grazia di accogliere sempre questo seme che è la sua parola. E se ci accorgessimo di non essere un terreno fecondo, non scoraggiamoci, ma chiediamo a Lui di lavorarci ancora per farci diventare un terreno migliore”.
M.N. (SIR)
Foto Calvarese/SIR