Domenica 5 ottobre 2025 la bella cappella dell’ospedale Maggiore di Trieste si è riempita di fedeli per l’inizio del mio servizio pastorale agli ammalati e al personale degli ospedali facenti capo all’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI): ospedale Maggiore, ospedale di Cattinara, ospedale infantile Burlo, chiesa del Buon Pastore a san Giovanni, per i centri di salute mentale e le dipendenze, casa di riposo ITIS. Con il vescovo, mons. Enrico Trevisi, hanno concelebrato i cappellani ospedalieri, tra i quali don Ermenegildo Barbetti, di nuova nomina, il parroco uscente, don Renato Saksida, il parroco della chiesa di sant’Antonio Taumaturgo, monsignor Roberto Rosa. La comunità era presente con una consistente rappresentanza di fedeli, che hanno curato il servizio all’altare, con il diacono Salvatore D’Angelo, l’animazione corale e l’accompagnamento musicale della celebrazione, che si è avvalsa del supporto del cerimonere vescovile, don Davide Chersicla. Hanno partecipato a questa Santa Messa anche medici e personale ospedaliero, amici e conoscenti, provenienti anche dal Veneto e dalla Lombardia.
I sentimenti di quanti hanno partecipato a questa celebrazione sono stati ben interpretati dagli interventi di monsignor Roberto Rosa, che mi ha presentato con sentite e affettuose espressioni augurali, e del professor Marco Confalonieri, Direttore della Clinica universitaria di Pneumologia dell’ospedale di Cattinara, che ha posto in evidenza il valore di una presenza ecclesiale nella comunità ospedaliera. Nella sua omelia, il vescovo Enrico ha approfondito il profilo della cura richiesto ai discepoli del Signore, come ha richiamato nella sua recente lettera pastorale. È stato un momento di intensa emozione, per il mandato che mi è stato affidato dal vescovo Enrico, poiché sono consapevole dei miei limiti umani e della mia fragilità di salute. Al termine della celebrazione eucaristica, ho condiviso qualche passaggio sofferto della mia storia personale, che mi consentirà di avvicinarmi agli ammalati con garbo e compassione.
Confido che il Signore faccia risplendere la sua luce attraverso le ferite della mia vita fracassata.
Il desiderio e la passione dei miei vent’anni, quando ho iniziato a insegnare nella scuola statale, sembrano animare ancora il mio cuore, ma le forze fisiche segnano il passo, dopo alcune severe prove di malattia. Continuerò a condividere il ministero sacerdotale con don Roberto, un parroco di gran cuore, avverto con gratitudine il sostegno della comunità di sant’Antonio Taumaturgo. Confido nella preghiera e nella vicinanza delle sorelle e dei fratelli nel Signore, affinché possa trarre conforto dalla divina misericordia.
don Manfredi Poillucci
Ci conosciamo con don Manfredi dagli inizi degli anni ’80, attraverso la frequentazione degli studi teologici presso il Seminario di Trieste, che diedero vita all’Istituto superiore di scienze religiose. Manfredi ha avuto un percorso sofferto anche per la malattia che ha dovuto affrontare; poi è stato bello accompagnarlo al sacerdozio. All’ospedale potrà mettere a frutto la sua esperienza, ma è bene che il vescovo lo abbia lasciato anche nella nostra chiesa di sant’Antonio Taumaturgo, perché un prete ha bisogno di una comunità e nella nostra parrocchia i sacerdoti si vogliono bene e camminano insieme.
monsignor Roberto Rosa
parroco della Chiesa di sant’Antonio Taumaturgo
A nome della comunità ospedaliera ringrazio di cuore Sua Eccellenza monsignor Enrico Trevisi per la sua presenza paterna e per il dono del nuovo parroco, don Manfredi. Questa è una parrocchia particolare: pazienti e familiari, professionisti della cura e volontari, persone che qui attraversano un tempo di prova. Papa Francesco ci ricordava che la Chiesa è un “ospedale da campo”: in un ospedale vero, questa immagine risuona ancora di più. Don Manfredi, che ha conosciuto in prima persona la fragilità della malattia e ne porta nel corpo i segni, saprà avvicinarsi con speciale delicatezza ai bisogni spirituali e umani di tutti. A Lei, caro Vescovo, il nostro grazie; a don Manfredi il nostro benvenuto cordiale e la promessa di camminare insieme. Chiediamo la benedizione su questa comunità.
Professor Marco Confalonieri
Direttore della Clinica universitaria di Pneumologia all’Ospedale Universitario di Cattinara
Caro don Manfredi, cari Cappellani tutti, anche qui siete al servizio dell’incontro personale di ciascuno con il Dio vero, il Dio della Misericordia, il Dio della vita. Con rispetto siete chiamati a far risuonare la Buona notizia del Vangelo, a far brillare la presenza di Dio che ha promesso: “Io sono con te”. Siete chiamati ad aiutare a tenere fisso lo sguardo sul Signore Gesù, il nostro Salvatore che tutto perdona, che sa risanare le lacerazioni delle famiglie, che sa ridare l’audacia del riprendere cammini di fede interrotti. Accanto ai medici e a tutto il personale siete espressione della premura di Dio, che è per tutti. Anche per quando si è nel letto di un ospedale. Anche accanto a chi è incompreso nelle proprie fatiche (e a chi lavora in questi ambienti capita spesso). La via per essere ministri di consolazione, accompagnatori spirituali… è chiara: la carità “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Che vuol dire:“Chi ama è sempre comprensivo, sempre fiducioso, sempre paziente, sempre aperto alla speranza”.
dall’omelia di monsignor Enrico Trevisi
Vescovo di Trieste