Chiara Luce Badano - Domenicale di San Giusto

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La gioia di vivere oltre la vita.

Si può arrivare alle soglie della vita a soli 19 anni, irradiando gioia e luce attorno a sé? Ce lo chiediamo da sempre davanti a giovani, che se ne vanno in largo anticipo, avendo davanti tutta la vita. Di una di queste storie, impressionanti e incredibili, si sono occupati i parrocchiani di Valmaura il 7 giugno, dopo che il Consiglio Pastorale Parrocchiale, con il consenso convinto del Parroco don Alessandro Cucuzza, ha invitato Franz Coriasco, un giornalista della Rai, grande amico di Chiara Luce Badano, giovane ragazza ligure, morta a 19 anni causa una malattia incurabile, che però ha lasciato su questa terra una scìa luminosa attorno a sé, fino alla fine della sua vita terrena.

Franz Coriasco ci ha disegnato, grazie anche ad un video sulla breve vita di Chiara, il ritratto di una giovane vivace, intelligente, dolcissima, forte, carica di umanità, innamorata di Gesù e del Vangelo, che inseriva nel profondo delle sue scelte di giovane entusiasta della vita e della gioia. Chiara era una gen, il movimento giovanile del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich, e aveva attinto la sua fede da quel deposito di semplicità  e di autenticità evangelica, in cui prevale la luce della comunità, guidata da Gesù in mezzo a chi vive l’amore scambievole. Nella sua vita, fresca, spontanea, ricca di amicizie, promettente, Chiara all’improvviso si è trovata davanti il masso duro di una malattia che non lasciava scampo.  Nei due anni seguiti all’insorgere del male, difficilissimi per lei e i suoi genitori, che avevano solo lei come figlia, Chiara ha illuminato del suo amore e della sua fede tutti quelli che andavano a trovarla, lasciando come testamento il suo indimenticabile sorriso e il suo sguardo, che vedeva oltre la dolorosa vicenda in cui si trovava.

Coriasco ci ha anche detto che la sua storia ha fatto il giro del mondo, aiutando tanti giovani, ma anche adulti, a vedere la vita in altro modo e non è passata inosservata alla Chiesa, che ha già beatificato Chiara, come appunto una luce nelle tenebre, che talora avvolge la vita umana. Tutto questo racconto al contempo di dolore e di felicità, è stato mirabilmente comunicato da quel giornalista suo amico, che si è definito più volte non credente, ma che parlava comunque della sua amica Chiara come di una persona viva, che opera anche ora misteriosamente nelle trame di vita di tante  persone. A suo nome è nata una Fondazione, contattabile da tutti, e lo stesso Coriasco ha dichiarato di aver girato il mondo a raccontare questa storia di rara bellezza.  I tanti presenti alla serata hanno seguito in un significativo e commosso silenzio di attenzione profonda quanto veniva comunicato.

Si può inoltre affermare che quella sera nella parrocchia di Valmaura sono caduti due tabù, in cui spesso inciampiamo, ovvero il parlare con senso cristiano, ma con realismo, della morte, passaggio obbligato e difficile tra il nascere e il rinascere, argomento poco presente nelle conversazioni anche dentro le comunità parrocchiali, inoltre il tabù di poter ascoltare tutto ciò da un non credente, innamorato dell’amore vissuto, ma visto senza l’aiuto di una fede esplicita. Un grazie sentito è poi giunto con sincerità da tutti a Franz Coriasco, che ci ha fatto ricordare l’esperienza pioniera del Cardinale Carlo Maria Martini, con la scelta della cattedra dei non credenti, un segnale profetico, purtroppo poco praticato dalle pastorali diocesane.

Due indicazioni davvero buone per il futuro.

Silvano Magnelli


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