Dio cammina con il suo popolo

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La lettera del Presidente della Commissione diocesana per le Migrazioni don Roy Benas per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato 2024

Come spesso avviene il racconto biblico diventa icona per riflettere sull’uomo e la storia. Il messaggio del Papa per la 110Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato accosta alla realtà dei migranti l’immagine biblica di Dio che cammina assieme al suo popolo, è il racconto dell’Esodo, è il cammino di un popolo per eccellenza, il cammino del Popolo per eccellenza. Il momento che viviamo oggi, segnato da grandi sconvolgimenti che spingono le persone, le famiglie e spesso intere comunità a spostarsi viene spesso presentato come un’emergenza e una cosa che si deve fermare con leggi, con muri, con azioni. Noi però siamo chiamati a leggere questo nostro tempo con un’ottica diversa da quella politica, economica, strategica, sociologica ecc. Siamo chiamati a fare una lettura che abbia significato per la nostra fede, per la crescita delle nostre comunità, della Chiesa.

La realtà è che non c’è mai stato un tempo nel quale l’umanità sia stata ferma, non stiamo vivendo un’emergenza, le migrazioni sono in corso da decenni e dureranno per molti altri. La storia di Trieste rappresenta un punto d’osservazione privilegiato: ondate di persone provenienti soprattutto dall’Est hanno popolato le eleganti strade e piazze della nostra città. In tempi più lontani anche le rive della città erano piene di persone che se ne andavano; il Magazzino 18 è una drammatica testimonianza di chi si lascia dietro la terra e la casa, vite spezzate dalla guerra e così è pure per le migliaia di ebrei sopravvissuti alla Shoah che da Trieste partivano verso la Terra di Abramo dove ricominciare. La gran parte delle persone sono venute a Trieste dall’Est: dalla Serbia e dal Kosovo, dalla Croazia e dalla Bosnia negli anni Novanta, e poi dall’Albania dalla Romania successivamente e oggi quasi non notiamo la loro provenienza. Vorrei ricordare che in tutti questi decenni c’è stata un’altra direzione che dall’Italia Meridionale ha portato qui una buona parte della nostra attuale popolazione cittadina. Non sono stranieri ovviamente ma non serve essere stranieri per essere migranti e trovarsi tante volte soli e lontani dagli affetti in una città fredda e spazzata dal vento in cerca di lavoro, di una sistemazione! Ci sono circa sei milioni di italiani che vivono e lavorano fuori Italia è nostro dovere non dimenticare nessuno e la Chiesa Italiana in più di un secolo ha seguito e lavorato con questi nostri connazionali. La nostra attenzione e affetto vanno anche a chi ha lasciato le proprie case in Italia per andare in Germania, Regno Unito e altrove come chi da altri posti viene da noi: chi per studio, chi per lavoro, per motivi familiari o per cercare una prospettiva di vita migliore o diversa.

C’è una folla di persone sconosciute ai più ma ben presenti con i loro volti, nomi e storie agli operatori e alle associazioni di volontariato e delle istituzioni. In silenzio e senza clamore le persone vengono accompagnate e queste entrano a far parte della nostra città: lavoratori, datori di lavoro, studenti, alunni, consumatori e contributori. I loro figli giocano nelle piazze attorno a San Giacomo e loro parlano italiano, il triestino: come da sempre il dialetto diventa lingua franca. Loro sono già nuovi italiani! Questa è l’immigrazione non percepita ma reale! C’è poi invece l’immigrazione percepita, quella che allarma, fatta da quella parte degli immigrati disconosciuta, mal raccontata e a volte malamente gestita. Certo, ci sono poi quelli che entrano a far parte della cronaca dei giornali e in modi diversi si affianca a vecchie e nuove conoscenze che non hanno voluto o non riescono a trovare una collocazione per sé stessi. Ma non è di questo che dobbiamo parlare in questa giornata anche se spesso l’argomento rischia di monopolizzare la questione: “Migranti”.

Come la lettera per la giornata odierna Papa Francesco ci dice: “Dio non solo cammina con il suo popolo, ma anche nel suo popolo, nel senso che si identifica con gli uomini e le donne in cammino attraverso la storia – in particolare con gli ultimi, i poveri, gli emarginati –, come prolungando il mistero dell’Incarnazione.” In questo senso dunque c’è parte della Chiesa che è in movimento nelle persone che vengono da noi, cristiani verso i quali dobbiamo avere una sollecitudine fraterna, una fraternità in Cristo -chiamiamola ecumenica- nei tanti credenti che ci arrivano oramai da tempo dalla Romania, dall’Ucraina, dalla Serbia ma anche dal Medio Oriente, dall’Asia e dall’Africa; fratelli copti, etiopi, ortodossi e poi appartenenti alle mille chiese e comunità evangeliche e protestanti. Un’ultima fetta di mondo, l’America Latina con la presenza di colombiani, cittadini del Perù, venezuelani ed altri si sta sempre più diffondendo e con loro Trieste vive l’ennesima ondata di presenze di persone che devono ancora trovare posto: sono cattolici perlopiù. Con molti di questi nuovi arrivati abbiamo in comune la fede e l’appartenenza alla nostra Chiesa. Siamo solleciti affinché presto possano unirsi alle nostre assemblee eucaristiche condividendo il corpo e il sangue di Nostro Signore. Dice il Papa che non solo il Signore li accompagna ma pure che il Signore lo portano, e tanti di loro ce lo portano con la loro vita, le loro esperienze che ci aiutano a rinnovare e condividere la grande ricchezza che la Chiesa ha portato in tutto il mondo.

La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che celebriamo dal 1914, rappresenta per la Chiesa un’importante occasione per manifestare la materna attenzione e la vicinanza a tutti coloro che si sono messi in movimento, nostro compito dunque, come discepoli di Cristo è farci vicini, imparare i nomi, riconoscere i volti, ascoltare le storie, comprendere i bisogni e per quello che possiamo renderci fratelli. A volte abbiamo paura, a volte non sappiamo cosa dire e cosa fare a volte basta un sorriso, una mano tesa in segno di amicizia e il dialogo inizia e la strada improvvisamente si apre.

don Roy Benas

Presidente della Commissione diocesana per le Migrazioni “Beato Zeffirino Jiménez Malla”

 

Sul sito del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale si possono trovare risorse per celebrare la giornata.


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