Il mio nome è Shahbaz

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In occasione della Messa dei popoli celebrata il giorno dell’Epifania dal Vescovo Trevisi, ecco la testimonianza di integrazione di Shahbaz Masih, pachistano cattolico che vive da 7 anni a Trieste.

Mi chiamo Shahbaz Masih e sono pachistano.
In Pakistan facevo il catechista in una parrocchia cattolica.
Vivo a Trieste da sette anni. All’ inizio sono stato aiutato dalla chiesa Evangelica e dalla Caritas. Ho poi incontrato la comunità di Sant’Egidio che è formata da persone che si vogliono bene, che amano i poveri e che aiutano sempre chi ha bisogno.Mi sono sentito amato e capito come in una famiglia.
A Trieste ho iniziato a lavorare come badante presso anziani e poi in una casa di riposo. Lo scorso anno ho frequentato il corso per diventare OSS concluso con grande soddisfazione e studiando molto. Alla fine del corso ho fatto un esame e ho preso il diploma.

Un avvenimento molto triste per me è stata la perdita di mio padre avvenuta in Pakistan quest’estate. È stato doloroso non essere andato a vederlo per l’ultima volta e anche non essere andato al funerale.
In questa circostanza il mio parroco Don Roy, e la comunità parrocchiale di santa Teresa, mi sono stati vicini con tanto affetto. E hanno continuato a starmi vicino e ad aiutarmi quando ho avuto bisogno.

Non vedo mia moglie e miei figli da tantissimo tempo. Ho 3 figlie e 2 figli.
Quest’anno ho avuto la grande gioia di trascorrere il Natale e il Capodanno con mio figlio Raymond che è potuto venire in Italia con un visto di studio.

Non ho parole per spiegare la mia grande gioia. Ora aspetto con ansia che arrivi anche il resto della mia famiglia.

In futuro un mio grande desiderio sarà quello di diventare diacono nella parrocchia di Santa Teresa.


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