Interpretare Baden Powell

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Intervista allo scultore Umberto Corsucci che ha realizzato il busto di Baden Powell

Caro Maestro, ci racconta qualcosa di Lei?

Sono nato il 6 settembre 1951 o ho origini marchigiane. Abito vicino a Riccione dove ho il mio atelier. Mi occupo di arte moderna ma amo sempre l’arte classica perché non si può non amare i grandi. Ho frequentato l’Accademia d’arte a Roma e Milano. Ho girato il mondo e ora mi sono fermato qui sulla collina dove vivo, denominata Montemaggiore, ubicata nel comune di Montefiore Conca (provincia di Rimini). Qui ho il mio atelier espositivo di molte opere eseguite qui, nei laboratori, per lavorare i diversi materiali. Ho anche una fonderia per il bronzo. E proprio qui è nato il vostro busto di bronzo di Baden Powell.

Come si è avvicinato all’arte?

Mi sono avvicinato alla scultura quando avevo circa quattro, cinque anni. Ero in motocicletta con mio fratello e stavamo andando ad Urbino. Appena arrivato nella piazza principale vidi delle statue di pietra. Una in particolare attirò la mia attenzione: lei mi guardava e io la guardavo.

Tornato a casa presi uno scalpello da un operaio e iniziai a lavorare delle pietre che erano li attorno. Presi tanti colpi ma mi piaceva lavorare la pietra e creare delle cose mie. Vicino c’era un fiume che portava l’argilla e iniziai a lavorare anche quella. Capii che era la mia missione.

L’arte è una missione?

Certo! È una missione perché lo si fa non per i soldi, ma per creare cose nuove, per lasciare un messaggio. Il mio lavoro si concentra su cercare forme nuove per esprimere, delle forme diverse.

Dietro a lei c’è un quadro. Ce ne parla?

Si, è la mia ultima opera, un quadro per il giubileo: si tratta di un Gesù che torna per inaugurare il giubileo. C’è anche qualche simbolo pagano, in realtà, per ricordare che ci sono anche altre religioni.

Come nasce l’idea di una statua per il fondatore dello Scoutismo?

Mi avvicino allo scoutismo grazie ad un sacerdote scout di Riccione, don Nicolini. Lo conobbi nel 1992 quando feci una manifestazione artistica locale. Poi venne nel mio atelier e mi chiese una statua per Mario di Carpegna, fondatore dello scoutismo cattolico italiano. Venne fuori una statua di travertino alta quasi 4 metri che si trova proprio a Carpegna. Mi avvicinai così allo scoutismo.

Poi mi chiesero di dedicarmi al fondatore dello Scoutismo: ora ci sono quasi una ventina di opere mie per B.P.

Il busto di Trieste è l’ultimo fatto, pezzo più unico che raro, più bello e ricercato perché le cose nel tempo maturano e si correggono.

Come ha interpretato Lord Baden Powell?

L’ho sempre visto come un grande educatore, una persona che amava tenere insieme i ragazzi per dare loro una formazione. E oggi serve proprio questo: invece di perder, dobbiamo dare ai ragazzi una sana educazione, per il loro futuro. Bisogna tenere in grande considerazione i giovani, per farle vivere anche oggi nel migliore dei modi, seguendo i loro sogni e ideali.

Mi fa molto piacere che questo busto lo si può mostrare al grande pubblico, perché è un simbolo importante. Bisogna tenere uniti i giovani, perché possano continuare una esistenza di creatività, per una vita piena e di speranza per il futuro, piena di fede e di cose belle e non di cose che possano rovinare la vita.

C’è una sua opera che ama più di altre?

No, tutte le mie opere io le amo, fanno parte di me. Però una vorrei citare: si tratta del “Monumento alla sposa del marinaio” che si trova al porto di Rimini. È una opera molto apprezzata anche dai turisti e dagli abitanti.

 

 

A cura di don Lorenzo Magarelli


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