Il sorriso da casa, quello dovete portarlo voi

Il progetto di ristorazione inclusiva AUTstanding fa il bis e apre a Monfalcone: lavoro, formazione e dignità per i giovani con autismo

Fare il “bis” non è una questione soltanto culinaria o teatrale… e AUTstanding, il progetto di ristorazione inclusiva nato in provincia di Trieste, ha scelto di farlo espandendo la propria attività anche su Monfalcone. Dopo la felice esperienza di Prosecco che dura da dieci anni – preceduta da un’esperienza di ristorazione presso il Santuario di Monte Grisa, durata dodici anni – e il successo estivo del chiosco in gestione nella Baia di Sistiana, da venerdì 24 ottobre il progetto è approdato anche nella Città dei Cantieri.

E, se ci si chiede il perché si sia pensato a questa destinazione, la risposta di Salvatore Pilato, ideatore del progetto insieme alla moglie Lucia Bevilacqua, risponde:

Più che pensata devo dire che ci è capitata. Vivendo in una città di mare, ci viene spesso da chiederci chi siamo noi per fermare il vento. Anche se mi metto di traverso, il vento non lo fermo. Per cui, se c’è del vento che sembra andare in una giusta direzione o una barca che mi piacerebbe spingere in quella direzione, allora si tira su le vele e si va.

E il vento li ha portati proprio lì. Un imprenditore locale – che ha chiuso anni fa la sua attività di ristorazione – ha pensato di donare i locali della sua ex-pizzeria alla Fondazione GoAut di Monfalcone, mettendo a disposizione lo spazio sito in via Ponchielli 2:

Su Monfalcone avevamo già dei contatti, anche abbastanza intensi per contiguità di territorio, con un’associazione che portava avanti i progetti di ausilio e di supporto per ragazzi autistici. Tant’è vero che avevamo già un ragazzo in comune e a questo punto abbiamo deciso di progettare insieme e da maggio, a Prosecco, abbiamo iniziato la formazione dei ragazzi che lavoreranno nel nuovo locale.

Ma oltre alle ragazze e ai ragazzi da inserire nel progetto, ci vuole anche del personale che li possa accompagnare in questo percorso: «Abbiamo trovato la cosa più difficile da trovare, ovvero educatori disposti a mettersi in gioco: abbiamo persone laureate in Scienze dell’educazione che imparano a fare i baristi, i cuochi e i camerieri per essere poi punto di riferimento e di supporto per i giovani con disturbi dello spettro autistico che iniziano a fare questi percorsi di formazione».

Salvatore e Lucia – fisioterapisti di professione che ad un certo punto della loro vita hanno capito che c’era anche un modo diverso per riabilitare le persone, attraverso la formazione e il lavoro – nel febbraio del 2024 sono stati nominati dal Presidente della Repubblica Ufficiali dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, “Per il loro impegno volto ad offrire opportunità di lavoro e di inclusione sociale a persone diversamente abili”. E l’esposizione mediatica che ne è derivata li ha colti di sorpresa:

Noi non l’abbiamo mai cercata, ma ciò che è successo ha fatto sì che l’interesse sull’iniziativa crescesse sempre di più e così sempre più famiglie hanno iniziato a portarci i loro giovani, i giovani adulti in età post-scolare, tra i 24 e i 25 anni. Quello è il momento in cui le famiglie si rendono conto che dal punto di vista sanitario i loro figli non hanno un grado di disabilità sufficientemente elevato per ricevere la giusta assistenza e, dall’altra parte, non hanno neanche quell’autonomia necessaria per trovare uno sviluppo lavorativo che sia dignitoso per loro.

Il nuovo locale di Monfalcone, gestito insieme alla Fondazione GOAut, ha una superficie di 250 metri quadrati, con una disponibilità di coperti più che doppia rispetto a quella della caffetteria di Prosecco: «Centoventisei coperti in pieno centro a Monfalcone, città nella quale la sfida dell’inclusione sociale è particolarmente forte». Le emozioni per questa nuova avventura? «Dovrebbero parlare i ragazzi che stanno lavorando per questo evento. I dodici di Monfalcone – otto persone neurodivergenti e quattro neurotipiche – sono in festa. E lo è tutto il gruppo di Prosecco che ha tenuto il locale chiuso per venire a fare festa con noi». Ma la cosa più importante è che questa inaugurazione segna la firma di un contratto a tempo indeterminato per tre giovani neurodivergenti:

Sono tre persone che acquisiscono la dignità di cittadini in tutto e per tutto e non sono più solo assistiti che devono sempre dire grazie. Dire grazie è molto bello però, qualche volta, sentirselo dire è ancora più bello.

La missione, che Salvatore e Lucia ripetono sempre ai loro ragazzi, è sempre la stessa: «Ricordatevi che noi vi possiamo dare un cappellino da mettere in testa, una blusa, una traversa da mettere addosso, ma il sorriso da casa, quello dovete portarlo voi. E senza quello non si comincia neanche a lavorare».

Luisa Pozzar

 

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