Sacro Cuore di Gesù: spiritualità e festa a Trieste

Conclusi i festeggiamenti del Sacro Cuore: preghiera e celebrazione con il Vescovo per la comunità ignaziana.

Domenica 29 giugno si sono conclusi i festeggiamenti per la solennità del Sacro Cuore di Gesù, che hanno visto coinvolta la Parrocchia di via del Ronco, affidata ai Padri Gesuiti, e tutte le realtà della famiglia ignaziana ad essa afferenti.

Il ricco programma si è svolto su più giornate: è stato pensato come un percorso spirituale che, crescendo ed approfondendosi durate il triduo di preparazione, culminasse il venerdì con la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Enrico e trovasse infine nella festa comunitaria domenicale, presso i rinnovati spazi di Villa Ara, il suo momento più schiettamente conviviale.

I momenti di preghiera del triduo, curati e proposti da p. Andrzej Batorski S.I., hanno avuto come filo conduttore la Lettera enciclica “Dilexit nos” del Santo Padre Francesco sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo, e si sono svolti nella forma di esercizi spirituali esperienziali.

In questo modo, i temi proposti per le tre serate (“Bere”, “Pace”, “Amore – Riparazione”), dopo la lettura condivisa e meditata di alcuni brani dell’Enciclica e dell’Antico e Nuovo Testamento da questa citati, sono stati vissuti con il coinvolgimento dei sensi dei partecipanti, per una preghiera che fosse anche con il corpo: ai piedi dell’altare, seduti in circolo, abbiamo gustato la Parola e la abbiamo tradotta in gesti e impegni concreti, perché quella al Sacro Cuore non sia una devozione intellettuale astratta, ma uno stile di vita quotidiano con il nostro prossimo.

Nella foto, il momento conclusivo del triduo, con la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù secondo la preghiera scritta da San Giovanni Paolo II: al centro, un grande cuore sul quale ognuno aveva scritto i nomi di chi si impegnava personalmente a portare al Cuore di Gesù.

La consolante consapevolezza di essere parti vive e dinamiche della Chiesa, ciascuno con i propri carismi e le proprie imperfezioni, è stato poi il tratto distintivo della preparazione dei doni da portare insieme all’offertorio della Santa Messa di venerdì 27 giugno, data della Solennità del Sacro Cuore e giornata conclusiva del giubileo commemorativo del 350° anniversario delle apparizioni del Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque.

Ogni realtà in cui si esprime la nostra comunità ha pensato e realizzato un segno tangibile del proprio contributo all’anno pastorale, accompagnandolo da una breve frase che ne sintetizzasse lo spirito: il gruppo del rosario, dei lettori, dei ministri straordinari della Comunione, dei volontari della Caritas parrocchiale, della comunità di vita cristiana (CVX), dei catechisti e dei bambini del catechismo, del coro, dell’associazione Cardoner.

Una foto di tutti di doni

Il Vescovo, durante l’omelia, ha fatto costantemente riferimento all’Enciclica “Dilexit nos”, in particolare al primo capitolo, intitolato “l’importanza del cuore”, e alla conclusione.

In un cammino che, dallo smarrimento della condizione umana frammentata e autoreferenziale, arriva a riconoscere il principio interiore che crea unità e armonia nel suo essere, anche nelle prove: “Dice la Bibbia che «la parola di Dio è viva, efficace […] e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). In questo modo ci parla di un nucleo, il cuore, che sta dietro ogni apparenza, anche dietro i pensieri superficiali che ci confondono. I discepoli di Emmaus, durante il loro misterioso cammino con Cristo risorto, vivevano un momento di angoscia, confusione, disperazione, delusione. Eppure, al di là di tutto ciò e nonostante tutto, qualcosa accadeva nel profondo: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via?» (Lc 24,32)” (4. Dilexit nos)

Il Vescovo ha inoltre ricordato San John Henry Newman e l’importanza da lui da lui data alla preghiera e alla Comunione: “… scelse come proprio motto la frase “Cor ad cor loquitur”, perché, al di là di ogni dialettica, il Signore ci salva parlando al nostro cuore dal suo Sacro Cuore. Questa stessa logica faceva sì che per lui, grande pensatore, il luogo dell’incontro più profondo con sé stesso e con il Signore non fosse la lettura o la riflessione, ma il dialogo orante, da cuore a cuore, con Cristo vivo e presente. Perciò Newman trovava nell’Eucaristia il Cuore di Gesù vivo, capace di liberare, di dare senso ad ogni momento e di infondere nell’uomo la vera pace” (26. Dilexit nos)

p.Andrzej S.I., p.Silvio S.I., Vescovo Enrico, p.Giovanni S.I., p.Federico S.I., diacono Alessandro

Ed ecco che, rinati nel Cuore di Gesù, possiamo aprirci alla dimensione comunitaria: “Prego il Signore Gesù che dal suo Cuore santo scorrano per tutti noi fiumi di acqua viva … per rafforzare la nostra capacità di amare e servire, per spingerci a imparare a camminare insieme verso un mondo giusto, solidale e fraterno” (220. Dilexit nos)

A coronamento di queste coinvolgenti giornate, domenica tutta la comunità parrocchiale si è riunita, com’è consuetudine nelle ricorrenze speciali, negli ampi spazi all’aperto del centro giovanile di Villa Ara, in stretta collaborazione con la Sant’Ignazio Calcio.

All’ombra del porticato è stata celebrata la Santa Messa e a seguire si è condiviso il pranzo, che abbiamo avuto la gioia di consumare in compagnia del nostro Vescovo Enrico.

Alcune immagini della Santa Messa e del pranzo comunitario a Villa Ara

Anche questo momento conclusivo, come tutti quelli vissuti insieme, è stato un’ulteriore occasione per gustare la bellezza e l’importanza di quell’ “essere Chiesa” cui il Parroco aveva fatto riferimento durante l’omelia, prendendo spunto dalla prima lettura:

“… dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera …” (At 12,5).

Cristiana Babici

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