Immaginare la Pace

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Da Parigi per l'incontro internazionale "Immaginare la pace" il richiamo al compito urgente per le religioni nel promuovere visioni di pace.

“Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo Spirito di Assisi”.

Questo invito, che S. Giovanni Paolo II pronunciò alla Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace di Assisi, nel lontano 1986, in uno storico incontro è stato raccolto con fedeltà, come un’eredità spirituale, dalla Comunità di Sant’ Egidio.

Da allora, attraverso una rete di amicizia tra i rappresentanti di diverse fedi e culture in oltre 60 paesi, la Comunità ha promosso un pellegrinaggio di pace che ha fatto sosta, di anno in anno, in diverse città europee e mediterranee.

Come ha detto Andrea Riccardi, fondatore della Comunità:

Il Papa era convinto, in piena guerra fredda, che le religioni fossero una forza debole ed umile di pace.

Da quell’incontro di Assisi, il piccolo popolo della Comunità di Sant’Egidio maturò la convinzione che il mondo religioso racchiude le energie per un nuovo linguaggio e per gesti di pace.

Quest’ anno, dal 22 al 24 settembre, il pellegrinaggio di pace si è fermato a Parigi che per 3 giorni è diventata un simbolo ospitando l’incontro “Immaginare la pace”, dove migliaia di donne e uomini di religioni e culture diverse hanno discusso, ragionato e pregato con il fine di immaginare e costruire un mondo più pacifico e giusto.

Lo stesso Presidente Macron, intervenuto alla cerimonia inaugurale dell’evento, si è detto orgoglioso di ospitare l’incontro, che ha fatto di Parigi “un simbolo di speranza in un mondo che sembra più diviso che mai”. Il Presidente ha fatto appello alla responsabilità collettiva e alla costruzione di un nuovo ordine internazionale più rappresentativo ed ha invitato tutti ad essere “artigiani di pace, anche quando la strada è difficile”.

Andrea Riccardi ha ricordato, fra l’altro, che, nelle grandi tradizioni religiose è scritto il fondamento della pace.

Quando donne e uomini di religioni differenti si incontrano, pur nella diversità, si crea un’armonia.

La crisi della cultura della pace nasce dall’aver consumato un’eredità morale trasmessa dal ‘900 e dalle sue terribili esperienze: Due guerre mondiali, la Shoah, gli spostamenti di popolazioni, l’uso dell’arma atomica. Eredità incarnata dai testimoni della Shoah ormai scomparsi. Ma anche eredità narrata da una generazione, i nostri vecchi che sapevano cos’è la guerra mondiale, perché l’avevano vissuta ed ora non ci sono più.

Dopo la cerimonia inaugurale, che ha visto importanti interventi, le giornate seguenti sono state dedicate al dibattito e al confronto in 21 panel che hanno approfondito temi diversi e problemi di attualità.
Infine, l’ultimo giorno, la scelta di Notre -Dame come luogo di chiusura dell’incontro è stata particolarmente significativa: dopo il terribile incendio che ha colpito la cattedrale la sera del 15 aprile 2019 – che sarà tra poche settimane riaperta e restituita al culto – questa scelta rappresenta un segno di grande speranza.

Papa Francesco ha voluto essere presente con un messaggio in cui ha ringraziato la Comunità di Sant’ Egidio che “con passione e audace creatività continua a mantenere vivo lo Spirito di Assisi”.
Il Papa ha esortato tutti i credenti a riscoprire la vocazione di fare crescere oggi la fraternità fra i popoli.

Il compito urgente della religioni – ha scritto Papa Francesco – è promuovere visioni di pace, come dimostrate voi in questi giorni a Parigi.

Il Papa ha esortato a continuare ad essere operatori di Pace.

C’è bisogno – ha concluso – di incontrarsi, di tessere legami fraterni e lasciarsi guidare dall’ispirazione divina che abita ogni fede, per immaginare insieme la pace fra tutti i popoli.

Da Parigi giunge anche l’Appello di Pace in cui si esorta a “Cercare quelle vie di pace che esistono anche se nascoste dal buio della guerra”

Infine, il Presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, ha invitato tutti ad elevare un forte grido di protesta e di resistenza difronte alla guerra e alla violenza.

Bisogna avere il coraggio – ha sottolineato Marco Impagliazzo – di rischiare la pace. Anche se c’è la guerra, è necessario pensare oggi la pace di domani: è un’opera di saggezza. La pace è la nostra vittoria: non una vittoria contro gli altri, ma con gli altri.

Il Presidente Impagliazzo ha concluso il suo intervento con l’invito, per il prossimo anno, a Roma, invito accolto da un grande e sentito applauso.
Il cammino della Pace prosegue, non si arresta e farà tappa a Roma.

 

Loredana Catalfamo

Foto da meetingsforpeace.santegidio.org

 


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